Wednesday, September 27, 2006

COLAZIONE DA TIFFANY


” Moon River
wider than a mile
I’m crossin’ you in style…”


Ma ci credete che non sono mai entrata da Tiffany?
E’ vero che non ho ancora trovato l’equivalente di Donald Trump ma un giretto da turista potevo anche farmelo, no?
Ma per fare cosa? Magari un ciondolino d’argento, un piercing per la lingua, forse se vendo lo stereo…ma… quasi, quasi mi fermo. Non e’ l’alba e non ho preso il taxi giallo ma ci sto passando davanti a piedi, assieme ad un’orda di impiegati, camerieri e nullafacenti. Certo che il tipo alla porta in giacca e cravatta mi mette già in soggezione. Mi saluta. Non e’ che adesso si aspetta che faccia acquisti, chesso’, magari vuole la mancia per aprirmi la porta. Do un’occhiata all’interno e vedo un tipo in bermuda e cappello da baseball degli Oklahoma Sooners, per cui entro.
Tutti mi salutano con l’inchino e sfoggiando dei gran sorrisi alla Jr di Dallas, mentre l’occhio mi balza sopra i monumentali trofei di foglie secche. E’ pazzesco! Ci sono più commessi degli oggetti esposti e sono tutti in tenuta da becchino. Una coppia di sprovveduti si aggira con un sacchetto di plastica trasparente con dentro le brioches, cercando un tavolo dove fare colazione. I turisti sono già dentro, dopo aver fatto razzia nei negozi precedenti, e sfoggiano un carico di sacchetti di carta griffati.
Dopo aver visto la collezione di Paloma Ricasso, che, sinceramente, non mi sembra un capolavoro, decido di cambiare piano. L’ascensore si apre e sbuca un individuo con un completo cremisi orrendo che mi chiede dove voglio andare. Eh, saperlo. Butto lì un third floor. Eccoci. Ah, beh, ecco l’oggetto che cercavo: un bell’ombrello con il manico d’argento di Elsa Peretti, un oggetto, quasi necessario per la salute psicofisica dell’essere umano, specialmente quando lo dimentichi sul sedile della metropolitana. C’e’ anche una frusta con l’impugnatura d’argento. Sarà per cavalli o per Valchirie sado-maso? Detto fra di noi, mi sembra molto più interessante la vista sulla quinta con scorcio sulla 57ma che tutto il resto. Al quinto piano le donne delle pulizie in divisa dell’AirFrance spolverano la chincaglieria indossando guanti bianchi. Dentro una teca di vetro c’e’ un coniglio pasquale in porcellana che mi mette addosso una discreta tristezza, insomma, non e’ ancora Natale e ci sventolano sotto il naso le decorazioni per la Pasqua.
Girovago ancora un po’ tra i display immacolati per notare la quantità di sopramobili e accessori vari, essenziali per la conservazione dell’equilibrio energetico. Per esempio, credo sia fondamentale possedere un triangolo per raccogliere le palle del biliardo d’argento e un set di tazzine nere con viole del pensiero colorate, inoltre per un equilibrato sviluppo mentale e motorio, tutti i bambini dovrebbero avere la tazza d’argento con il porcellino o il coniglietto. Sono soldi ben spesi, considerate le volte che volano dal seggiolone.

Tuesday, September 26, 2006

TUTTI PAZZI PER ELMO


- In alto le mani questa e’ una rapina! Molla il pupazzo o ti scarico un caricatore dentro il cervello!

Ormai ci stiamo dirigendo di gran lena verso la follia collettiva. La sindrome della mucca pazza ha preso il sopravento tra gli umani. Forse troppo prosciutto con i polifosfati, aspartame, e conservanti hanno in qualche modo deteriorato le cellule celebrali rendendole attive solo alla vista dei biglietti verdi e altri oggetti luccicanti, nel caso in questione un peluche dall’aspetto grottesco.
Il nuovo pupazzo Elmo, quella specie di Gabibbo in formato ridotto con il pelo e gli occhi di un camaleonte con la tiroide, e’ diventato, nella sua ultima versione, un oggetto di culto, tanto che nel Super Megastore “Toys “R” US” di Times square, l’ultima consegna, un bottino di centinaia di fantocci rossi, ha venduto fino all’ultimo pezzo in meno di 10 minuti.
Vista l’avidità’ dimostrata verso l’impagabile giocattolo, un uomo ha pensato bene di presentarsi armato in un negozio della Florida per essere sicuro di accaparrarsene uno e a suon di minacce si e’ fatto consegnare l’ambito balocco.
Si preannunciano tempi duri per i piedipiatti.

Saturday, September 23, 2006

REDIVIVA!

Scusate la prolungata latitanza ma non riesco ad imbrigliare il cervello. Troppi progetti e poi ho passato qualche giorno a Cape Cod, posto carino dal gusto retrò.
Ad ogni modo, qui stiamo tutti bene. Supergiovane e’ ricomparso inaspettatamente con il suo Supervan full option e bermuda alla Fantozzi in tenuta da tennis, la solita andatura da iguana con la lussazione all’anca e lo sguardo intelligentissimo del ghiro che sta andando in letargo. Sempre molto impegnative le sue scelte musicali, amplificate come un concerto dei Metallica. I miei vicini mantengono la loro indole solare e frizzante. L’evento mondano della settimana e’ stato caratterizzato dalla zuffa dei cani dal pedigree incerto e l’usma per l’alzatina di anca.
Da lunedì sarò super operativa di nuovo, lo giuro.
Ciao a tutti.
Nikita

Friday, September 15, 2006

OLD STORIES


Mi sembra di capire che a questi ragazzotti americani manchi un po’ la terra sotto i piedi. Stanno sempre a fare domande sull’origine della famiglia, l’albero genealogico, i romani di Giulio Cesare, er Colosseo…sembra proprio che si sentano un po’ carenti in materia di storia e del resto come biasimarli. La loro storia parte un po’ in ritardo rispetto all'Europa e, oltretutto, sembra che abbiano il pallino per la dinamite, non solo per la caccia all’oro.
Nel 1800 Lafayette Avenue, che corre parallela a Broadway e la Bowery a downtown, era una strada di grido, costeggiata da lussuosi palazzi e opulente chiese affacciate su viali alberati, animati da damine e cavalieri vestiti di tutto punto che passeggiavano leccando gelati e sorbendo limonate, acquistate nei chioschi, un po’ come sugli Champs Elysee’ di Parigi. Poi arrivarono gli speculatori edilizi, gente veramente dotata di un occhio clinico per l’estetica e l’architettura e soprattutto dei veri vati della cultura, e videro lo spreco: interi palazzi adibiti a dimora di alcuni signorotti in decadenza e sull’orlo di un tracollo finanziario e notarono l’opportunità’. Con un investimento minimo, si accaparrarono le proprietà e riflettendo sulla sconvenienza di tenere in piedi quel vecchiume, decisero sul da farsi. Così il giorno dopo si presentarono in compagnia di alcune ruspe che rasero al suolo le costruzioni neoclassiche, di cui e’ rimasto solo un assaggio, rimpiazzandole con parallelepipedi di cemento armato che si abbinano come un negozio “Tutto a un Euro” in via Della Spiga. Cioè, voglio dire, ci vuole la sensibilità di un cubetto di porfido per sistemare vicino al colonnato simil-Pantheon un blocco di insignificante calcestruzzo che contiene la palestra “Crunch” con i macchinari per rafforzare i deltoidi a vista e messi in funzione da orde di ippopotami con la tutina in lycra, nelle varianti fiori di campo, di Dimensione Danza, e’ come mettere un vaso Ming sul tavolinetto Frojsta dell’Ikea, un’azione che dovrebbe essere punita con l’arresto e la detenzione in un carcere di massima sicurezza. E’ semplicemente stupefacente vedere come il pessimo gusto dilaghi, insieme alla sindrome da deprivazione sensoriale. Dell’eleganza dell’epoca e’ rimasto qualche sparuto dettaglio: gli scalini in ferro battuto di un palazzo, lo stipite di una porta, un abbaino, ora in piacevole compagnia di un poster dalle dimensioni iperboliche che pubblicizza un paio di jeans sdruciti.

Sunday, September 10, 2006

VIDEO D'ANNATA

Ecco alcuni video degni di award.

Cliccando qui , potrete ammirare uno stagionato David Hasselhof in evidente stato di ebbrezza alla guida della sua Supercar, mentre per ammirare il magico Christopher Walken svolazzare nella hall dell'hotel Mariott, cliccate qui e per finire...uno spaccato di umorismo con Steve Martin in versione Billy Jean. A voi il compito di consegnare l'award.

Friday, September 08, 2006

RITORNO A PLAYLAND RYE


Ancora una volta lascio parlare ROBERTO, inviato specialissimo e autore di un altro strabiliante reportage sulla fetida spiaggia di Playland RYE.



(dal vostro inviato speciale nella suburbia)

Si dice che “errare humanum est sed perseverare diabolicum”, ma siccome è vero pure che “ripetitia juvant”, sono ritornato alla Playland di Rye, benche' ancora porti sul corpo i segni dell’eritema solare (o forse psoriasi, o scabbia) susseguito alle abluzioni senza lozione nelle acque oleose della sua famigerata spiaggetta atlantica.
Essendo verso il tramonto, la marea era bassa, e ho cosí potuto capire il motivo delle restrizioni d’accesso e del cartello “NO ONE BEYOND THIS POINT”. È chiaro che, appena oltre la riva sabbiosa, il fondo melmoso è in realtà costituito da sabbie mobili, come si può arguire dalla foto.

Il grande complesso di baracconi per il tiro a segno, merry-go-round, calc’-in-culo, bancarelle per lo zucchero filato e quelle per i tatuaggi provvisori, et similia, che costituisce la Playland di Rye, può essere aggirato con una passeggiata a filo spiaggia. Testimonio che da li' la vista del Long Island Sound è davvero allietata dalla presenza di numerosi uccelli acquatici, cormorani che fanno i galletti sugli scogli e aironi bianchi che pescano infilzando le prede col lungo becco.
All’estremità opposta della playland si stende un lago d’acqua dolce, dov’è possibile noleggiare pedalò, pattini, mosconi, e sandolini (Vedi nota *). Sulla riva del lago, un ponte marca il punto in cui un breve corso d’acqua si stacca per riversarsi in mare poco oltre. Il passaggio sotto il ponte è certo chiuso da una grata, per evitare che gli affittuari dei suddetti pedalò, pattini, mosconi, e sandolini fuggano in mare aperto senza pagare il nolo e sottraendo il natante. Ed è presso questo ponte che ho visto e ritratto in foto uno spettacolo struggente: quella massa bianca dev’essere la “spuma del mare”, donde (secondo Esiodo) “vergine naque Venere, e fea quell’isole feconde col suo primo sorriso” (U. Foscolo “A Zacinto”). Almeno, suppongo si tratti di ciò, e non di qualche emulsione di origine chimica; perchè se fosse il secondo caso, le prede dei cormorani e degli aironi (pescetti, gamberi, rane) sarebbero state spazzate via tutte dalla morte chimica.
A meno che ciò che gli aironi stavano fiocinando coi loro lunghi becchi fossero patatine fritte scaricate dalle vicine friggitorie.

Roberto

Nota: ma che belino sono sti sandolini? Me lo son chiesto dai tempi di quando studiavo per la patente nautica, e la legge italiana classificava i sandolini tra i natanti la cui conduzione non richiede patente nautica.

Wednesday, September 06, 2006

LETTURE SUL TRENO

Sensazionale! Incredibile! New York e’ la città dei letterati, degli eruditi. Una popolazione di dotti e illuminati, seguace di Bacon e Montaigne, che a bordo dei potenti mezzi della MTA, trasforma la cognizione acquisita in saggezza. Basta entrare in metropolitana per capire la portata del fenomeno. Centinaia di persone chine sui libri come monaci tibetani, che sfruttano ogni momento per indottrinarsi. Una ciurma di intellettuali chiusi nel loro piccolo mondo traballante su rotaie. Tutti animati dalla vocazione dell’intellettuale riformatore, dell’intellettuale versatile, appassionato lettore di Shakespeare e ammiratore del generale Grant

. Tutti concentrati su quelle righe tremolanti che si dilatano, si rimpiccioliscono sembrano sparire dentro un bicchiere di orzata, l’importante e’ non perdere la concentrazione e gustarsi le avventure di Calvin & Hobbes camuffate da “Fenomenologia dello Spirito”. Veramente sexy le teen-ager, che per trovare la giusta concentrazione fanno delle mongolfiere con le big bubble al gusto di guava e litchi. Tra le letture preferite, c’e sicuramente Harry Potter, in versione tascabile e visibilmente ridotta, e le pocket edition su temi altamente formativi, come:
“Sulla vita, l’attivita’ e il corto circuito dell’androide Martin in servizio come tecnico pirotecnico sul pianeta Marte”, oppure “Vizi e virtù di un cane randagio”. Molto gettonati anche gli opuscoli delle agenzie immobiliari e la rivista Star che ci aggiorna settimanalmente sullo stato di salute di Liz Taylor e il suo maltese e sul colore di capelli di Britney Spears.
Il massimo dell’entusiasmo si nota durante la lettura del quotidiano “El Diario” da parte dei discedenti dell’impero Inca. A qualunque ora della giornata si addormentano dopo pochi secondi, risvegliandosi dopo un po’, per i sobbalzi e gli annunci in lingua creola, con l’espressione di un pugile che e’ stato steso da un jab.

Sunday, September 03, 2006

RAFFINATA PRATICITA'

Degli Americani si può dire tutto ma non che non sono efficienti. Nel loro patrimonio genetico, molto basic, oltre al gene dell’obesità, c’è anche il gene superdotato della capacità .
Ed eccoli, allora, inventarsi astutamente metodi infallibili per ottenere vantaggi e convenienza e non perdere tempo prezioso da dedicare, invece, alle Soap Opera e al Talk Show di Oprah Winfrey. Bando al gusto estetico e al decoro, roba superata che ricorda l’Arca di Noè, la parola d’ordine è FUNZIONALITA’.
Per esempio, i divani foderati di plastica trasparente, dove appoggiano le loro titaniche chiappe, sono geniali e assolutamente piacevoli. Scricchiolano quando ti siedi e si gonfiano quando ti alzi, sembra di stare seduti su un materassino, poi un bel colpo di spugna e Windex e rimangono immacolati come il giorno dell’acquisto. La stessa raffinata usanza viene adottata per le cene in pompa magna: sotto la tovaglia di fiandra di cotone makò ritorto, lavorata a tondino e ricamata dalle suore contemplative del Carmelo di Lisieux, sopra un bel telo di plastica che sa di smalto per le unghie, per evitare il lavaggio almeno fino alla 5° generazione. Accanto alla tavola, preziosamente imbandita con posate e piatti di carta, la bacheca inlucchettata , contenente le reliquie della lista di nozze, sobriamente illuminate da faretti alogeni e luci strobo.
Alla luce di tutto ciò, oggi sul treno ho incontrato il paggetto della Regina Elisabetta d’Inghilterra, un vero campione di eleganza e classe dotato di una perspicacia da premio Nobel. Il simpatico omuncolo che sfoggiava la pettinatura di un criceto con il riporto, non appena saltato sul treno, non ha perso tempo e si è infilato un paio di cuffie, simili a quelle usate dai meccanici della McLaren ai box, per ascoltare la musica. Una volta rilassatosi con un bel pezzo di psichedelia coreana, ha estratto il palmare sul quale ha iniziato a smanettare servendosi dell’unghia del dito indice appositamente limata nella foggia ad uncino da rapace per essere pronta all’uso.
Ora, davanti a questo accessorio vitale non si può che provare un misto di adorazione ed orrore.