Thursday, October 26, 2006

ADDIO TOWER RECORDS


Tira una gran brutta aria nel mondo delle 7 note. Tower Records la cattedrale della musica sta per chiudere i battenti. 89 punti vendita distribuiti in 20 paesi saranno svuotati e sbarrati e 3000 persone fatte scendere dal baraccone e mandate a casa:
- Grazie tante. E’ stato bello. Arrivederci. -
Dopo la chiusura del CBGB’s , un'altra tragedia si e' abbattuta su New York City.
La catena, che ha dichiarato il fallimento, e’ ora in mano ad una società di liquidatori che sta cercando di recuperare un po’ di soldi svendendo tutta la merce. Hanno iniziato con un timido sconto del 10% che, naturalmente, non ha attirato nessuno e procedono per gradi.
Peccato! Tower Records non era solo un negozio di dischi ma soprattutto un punto di ritrovo per tanti musicisti e punto d’incontro per vedere qualche faccia famosa. Non molto tempo fa avevo, appunto, incontrato Joe Satriani, girovagando tra i display.

Certo che $ 200 milioni di debito non sono noccioline. Dicono che e’ tutta colpa di internet e dei grossi ipermercati come Wal-Mart, Best Buy & co. che si sono messi a vendere musica tanto per aggiungere l’ennesima categoria merceologica al loro assortimento da mercatino rionale. Forse. O forse non c’e’più nessuno che vuole ascoltare musica? O non c’e più nessuno che faccia della buona musica tanto da essere ascoltata?

Tuesday, October 24, 2006

PROFUMI CLONATI


“Ho fiutato la verità, il mio genio e’ nelle mie narici”. (Nietzsche – Ecce Homo)

Cosa sarebbe la vita senza i profumi? Un’esperienza mediocre condita di puzze e olezzi sempre pronti a sfregiarti le narici.

Nel 1895 a Downtown apre la piccola bottega dei profumi, Essential Products Co., il mausoleo della fragranza, e ci rimane fino ai nostri giorni.
E’ un luogo di culto per nasi che se ne intendono, un po’ meno per la vista, dal momento che l’ambiente e’ rimasto invariato durante i secoli. Nemmeno le ragnatele sono state sostituite, per mantenere quella patina di gotico che trapela dalla stratificazione della polvere.
Una visita e’ d’obbligo in questo luogo ameno che ci trasporta nella bottega di un mastro profumiere fin du siècle e riempie la vista di boccette, ampolle e vasi con fondale bituminoso, nonché di conferme d’ordine vintage.
Lasciatevi trasportare da Berry, l’alchimista, con il suo cappellino da baseball e il suo assistente, l’apprendista stregone, in un viaggio olfattivo attraverso le essenze più famose, sapientemente ricopiate e vendute a prezzi da supermercato. Immersi nell’aroma di Chanel N.5, Eternety, Poison, Giorgio, Romance…il viaggio continua passando per Obsession e Sortilege per atterrare in un bouquet di rose, gelsomini e garofani appena tagliati ornati da fettine di melone, pesche e prugne …that’s Beautiful.

Sunday, October 22, 2006

STUDI ANTROPOLOGICI A CARATTERE COGNITIVO


Io l’ho già visto quel tipo. Sì, quello con il cappello da baseball alla rovescia e le orecchie da tapiro. Chissà dove? Chissà quando?
Ogni giorno mi sfilano davanti agli occhi migliaia di facce, una diversa dall’altra, capite? Mai una faccia che sia uguale a una di quelle che ho visto il giorno prima. Terribile, no? Mi fa quasi impressione ricordarmelo. Uscire e continuare a vedere facce anonime. Tutto ciò esprime un concetto chiaro che offre una vaga idea del numero degli abitanti di questa città, compresi i clandestini di cui non esiste traccia cartacea ma si sa che sono in circolazione, visti i rifiuti che producono.
Il miglior punto d’osservazione sotto l’aspetto antropologico, e’ il treno. Qui, in questi meandri, roventi d’estate e glaciali d’inverno, e’ possibile portare avanti ricerche e studi comparati su gruppi etnici in via d’estinzione, società primitive e popolazione barbariche moderne, evincendone i caratteri morfologici e fisiologici nonché alterazioni psichiche e tratti somatici criminali.
Seduti sui sedili di plastica rigida, e’ possibile esaminare migliaia di soggetti al giorno, quasi tutti uniti da un unico comun denominatore: l’espressione annacquata dal martirio esistenziale.
Oh, oh, oh, qui vicino a me c’e un esempio di etnia, ormai, scomparsa, infatti, il soggetto ha gli occhi chiusi e non si muove. Si tratta probabilmente di individuo mummificato e lasciato sul treno come reperto storico che documenta l’esistenza dei Sioux. Toro seduto ha un pizzetto frastagliato che sventola ogniqualvolta le porte automatiche si aprono. Si tratta di alcuni peli radi, ritti sul mento, probabilmente dovuti all’opera di manutenzione scarna e con budget limitato. E poi quel naso…Un naso intrigante, nel senso dimensionale. Un orpello enorme e butterato, buttato lì a casaccio, senza tener conto della simmetria. Un’opera buffa, firmata: “Natura Matrigna”.
E che dire della tipa arruffatissima con i capelli color giallo canarino e gli occhi bianchi? Li rotea intorno per scrutare e sembra che nelle orbite ci sia solo un incurabile vuoto cosmico.
Ora, capisco che potreste puntarmi addosso un “J’accuse” e considerare queste righe come uno sfoggio di sfrontata insolenza ma se non avete mai preso il treno a New York beh, prendetelo… come un racconto realista, un po’ alla Emile Zola, ecco.
Oggi e’ pure un giorno fortunato. Ho beccato il vagone hardcore. Due lesbiche in stato di lussuria avanzato, sono in piena attività di scoperta del corpo umano. In confronto la protagonista di “Gola profonda” sembra Heidi. Girano sguardi pieni di anticipazione che tendono all’estasi perversa.
- Uhm, ma a cosa serve questa robina qua?
Ammazza che lingue! La stessa velocità di rotazione di un Black Decker KD350RE.
Eh, eh, adesso arriva il bello. Dopo 5 minuti di focoso riscaldamento, prende quota la contraddizione da metropolis e si raggiunge il climax: un Harem al completo si e’ appena infilato in carrozza. Le donne in burka spiano le grandi manovre con rapidi movimenti degli occhi, carichi di tacite emozioni. L’apoteosi del dramma sociale. L’incontro tra il più profondo integralismo e la più eccessiva trasgressione. Che combustione! Roba da Big Apple. Intanto c’e’ chi si annoia e invade il campo visivo altrui con sbadigli infiniti, simili a irrispettosi buchi neri.

Friday, October 20, 2006

MOMENTI DI RIFLESSIONE


Oggi e’ un venerdì di quelli uggiosi. Quelli che ti fanno presagire un week-end da pensionato: tè caldo, il giornale, una partita a briscola. Classiche giornate da virtuoso del plaid. Degli alberi rimane ben poco, se non il tronco e dopo il vento che si e’ alzato, probabilmente manco quello. La bora di Trieste a confronto e’ un vento a regime di brezza.
E naturalmente… eccola lì …l’antidoto all’intrepidezza, la pulzella d’Orleans dei pusillanimi: la giapponese con l’ombrellino rosa dalle ruches di pizzo che non sa come procedere, bloccata in mezzo al marciapiede che fa le faccette manga. Una bordata un po’ più violenta e verrà spazzata via come un covone. Adesso si e’ messa di schiena e spinge come se dovesse chiudere la porta blindata di un caveau. Santo cielo che sforzo! Sta per procurarsi un’ernia. Ohi, Ohi una folata si e’ infilata in mezzo alle gambe a ferro di cavallo e ha divelto l’ombrello. La fatina del sol levante si fa coraggio, punta i piedi per terra, mette su la faccia di Sailor Moon e ci riprova di petto. La folla le passa accanto con disinvoltura.
Credo che andrò al supermercato. Non si sa mai potrei rimanere bloccata in casa per il formarsi di un ciclone nella tromba delle scale o ancora peggio una tempesta di sabbia potrebbe sconvolgere radicalmente l’assetto urbanistico del paese.
Stop! Stop! Stop! Scusate il flashback ma ritorno sulla giapponese. Cosa diavolo ci faceva con l’ombrello aperto mentre non pioveva? No, voglio dire, son domande che uno si pone dopo aver assistito ad una scena del genere. C’era vento ma non pioveva…bah!. Tokyo Decadence…
Eccomi dentro al supermercato modello Yugoslavia con le corsie dal tipico stile della mulattiera sarda e le gondole straripanti di prodotti non meglio identificati, potenzialmente tossici o per lo meno allergenici.
Rimango sempre perplessa, quasi stordita, forse basita davanti allo show del cibo trash. Nomi ingeniosamente costruiti per far aumentare la salivazione inviando al cervello sms subliminali. Misteriosi barattoli dal contenuto oscuro stipati con brio caotico nell’angolo dell’allocco. Per farvi un esempio e far scaturire nei vostri cervelli un desiderio ossessivo di cibo, vi butto lì questa chicca della cucina messicana, la “Mole verde”. Il suo nome potrebbe ricordare la Mole Antonelliana ma il colore e’ quello del trifoglio in stato di arsura, la consistenza della maionese, l’uso poliedrico: dagli impacchi per capelli per disfarsi del pelo superfluo, alla creazione del calcestruzzo, al ripieno per il tacchino. Tre, come i tre Moschettieri, gli snack per la salute e la salvaguardia del fegato che mi sento in dovere di segnalare: la pelle di porco fritta, gli anelli di cipolla fritti e le patatine fritte in salsa barbecue, una specialissima salsa dal sapore affumicato come quello di copertoni bruciati. Sarebbe una grave mancanza non aggiungere alla lista, le mellocos, patate novelle equipaggiate di buccia e stipate in barattoli di vetro immerse in salamoia, nonché la panela, un blocco sferoidale di zucchero di canna con lo stesso coefficiente di assorbimento e peso specifico dell’alabastro.
Ma cosa succederà, poi, di tutta quella roba una volta infilata nell’esofago e atterrata nello stomaco?
Ora, con l’acquolina in bocca, dopo aver passato in rassegna tutte queste delicatezze made in Usa, mi dirigo verso il display della pasta, una scatola di pelati e oplà …cena mediterranea.

Wednesday, October 18, 2006

IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO


Son momenti di disperazione. Il tempo stringe e le ore a disposizione sono 24. Non c’e’ via di scampo. E’ un tracollo spazio-temporale. Un disastro inaspettato.
Questa mattina mi alzo con il gallo, che, qui in città, equivale all’arrivo degli operatori ecologici con i carri armati del ’15-’18, ereditati dal museo della scienza e in perfette condizioni belliche, cioè dopo essere passati sotto la pioggia dell’artiglieria tedesca. Bene dicevo, alzataccia con l’intenzione di sbrigare tutto lo sbrigabile e prendermela comoda, comoda in perfetto stile Zen, quando un frullatore impazzito, caricato a fragole e mirtilli, sparava all’impazzata sulle piastrelle della cucina e in particolar modo riversando una quantità inverosimile di magma color melanzana nelle capillari fessure del forno a gas. Oibo’- dico -, sorpresa dall’inizio spettacolare. Tento di recuperare la drammatica situazione tamponando la disgrazia con lo Scottex casa, l’amico delle massaie ma quello e’ amico loro, perciò non firma compromessi con estranei e si lascia divorare dal blob che avanza inesorabile verso gli interstizi del monoblocco ad incasso, siliconato a dovere dalle mani esperte di un chirurgo estetico/falegname. Mi viene una fitta allo stomaco di dolore esistenziale ma brando la parrucca di Paolo Turchi, aka il mocho Vileda, e con fare minaccioso pongo fine alla puntata offensiva della lava viola. Sconfitto il nemico e trascorso un abbondante periodo di tempo che avrei, forse, preferito passare acchiappando farfalle a Central Park, mi butto in picchiata sulla preparazione di un caffé consolatore.
L’aroma acetoso invade l’aria e mentre smanetto maldestra zac…e’ bastato un movimento impercettibile… quasi un soffio di vento e anche il caffé raggiunge destinazioni da fitta al cuore. Subisco un contraccolpo nervoso di portata devastante. Attaccata su tutti i fronti da perfidi sabotatori del quotidiano. Non so nemmeno se sono traumi superabili. Magari devo andare in analisi oppure faccio un ictus chesso’ un collasso vagale iperpiretico.Tuttavia per gestire la coda avvelenata dell’inizio catastrofico non mi resta che vestirmi e andare al bar.
Si sa per certo che non c'è un futuro accettabile senza un caffé di prima mattina.

Tuesday, October 17, 2006

ARRIVANO I MOSTRI


Dopo le case da collezione, ora ci tocca vedere anche i giocattoli griffati per collezionisti e bambini viziati, o forse e’ la stessa cosa.
Non credo che Barbie e Ken li inviteranno ad uno dei loro party. Non hanno certo la fisionomia da soap-opera. Una varietà di gobbi, di teste quadre a strisce verdi, panciuti e senza gambe, teste a cono e denti marci, guerci…, in pratica un'ampia gamma di mostri firmati e fortunatamente a serie limitate
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Saturday, October 14, 2006

UN ALTRO PARTY


Nessuna argomentazione a mia discolpa. Ammetto che ho deciso da sola, in piena autonomia e consapevolezza. Ieri sera sono andata alla festa dei vini, chiamiamola così. Precedentemente avevo fatto la doccia con zest, si fa così per darsi la carica, no? E fino a qui non c’e’ niente di strano ma la cosa eccezionale e’ che io non bevo vino, anzi lo odio. Mi sembra di bere inchiostro diluito nella trielina. Ad ogni modo per farvela breve, succede che mi si presenta questa opportunità: una festa in una galleria d’arte con tanto di esposizione di quadri e il presidio in loco di alcuni degli artisti, rallegrata da assaggi di vino italiano, fatti arrivare direttamente dall’Emilia Romagna nel pulmino di Raul Casadei, e argentini scaricati sul posto da Maradona in un momento di lucidità, accompagnati da delizie made in Eden e inviate sulla terra tramite l’arcangelo Gabriele. Insomma l’invito era abbastanza accattivante da essere almeno preso in considerazione, no? Arte, artisti, “goodies”, il tutto inserito nell’ambiente pacifico e pastorale di un ex macello.
Ad una prima sommaria occhiata, gli invitati risultano essere un gruppo ibrido e chiassoso di alcolizzati tra i quali spicca la vampira bionda che dal tono delle conversazioni talmente elevate sembra aver subito una regressione del cervello a modello lobotomizzato.

Improvvisamente da dietro la porta blindata di una stanza frigorifero in disuso, sbuca una tipa con la faccia di un volpino e l’effetto aerodinamico di una Porche 997 turbo. Più che un lifting, sembra che abbia infilato la faccia in un rullo compressore. Chissà forse deve passare gran parte della giornata nel freezer per via dei punti di sutura.
Sicuramente il primo premio per l’eleganza va all’estroso uomo della foresta del Casentino, scortato dai compagni di merende del Pacciani. Raffinatissimo l’abbinamento colori: t-shirt verde tavolo da biliardo con colletto frusto e sbiadito, portata su pantaloni del pigiama felpati e giubbetto senza maniche in pile viola. Scarponcino stringato passato nel fango per un più verosimile effetto “camouflage”.Uno stile inconfondibile, palesato anche davanti al banchetto degustativo del vino, mentre infilava una quantità non sottovalutabile di cubetti di ghiaccio nel Cabernet della pampa Riserva 2003.
L’eloquio dell’allegra brigata di beoni spazia da argomenti di cultura generale, tipo l’installazione di una vasca Jacuzzi, ad argomenti molto più impegnati riguardanti le previsioni del tempo sul Principato del Liechtenstein e le scarpe di Marc Jacobs.
Tuttavia non posso non notare un certo interesse per tematiche eco-sensibili, del tipo: e’ meglio lo zucchero di canna o il succo d’agave?
Posso solo dirvi che il tasso alcolico era simile a quello di un gruppo di inglesi in vacanza a Ibiza. In fila davanti al sommelier, bevevano come idrovore per poi alitarti addosso le nefaste esalazioni del lambrusco mescolato al gorgonzola, una specie di gas nervino dall’alto potenziale distruttivo.
Tra le opere d’arte, una segnalazione particolare va fatta ad un bricolage dal contenuto trascendentale, un assaggio di quello che il genio umano può fare e apprezzabile soprattutto per il considerevole periodo di lavorazione, equivalente a quello impiegato da Michelangelo Buonarroti nell’affrescare la Cappella Sistina e non ultima la tecnica innovativa dell’esecuzione: la pagina di un libro di medicina che illustra le fasi della gestazione, incollata su di un cartoncino.
Per fortuna che c'erano i formaggi francesi.

Wednesday, October 11, 2006

DEXTER


Ieri sera sono tornata a casa con un bel bottino di guerra. Una lotta all’ultimo sangue, con scene cruente e spaventose, lividi e graffi. Praticamente, passavo di lì e dei tizi vestiti da macellaio hanno insistito per consegnarmi un dvd e una bottiglia di acqua sponsorizzata da un serial killer. La nota pulp, però c’era, stampata sull’etichetta della bottiglia e la cover del cd.
Ad ogni modo, carica d’eccitazione per la merce ricevuta, non vedevo l’ora di tornarmene a casa a visionare il mio nuovo dvd, accompagnando la visione con qualche sorsata di quell’acqua benedetta.
Oplà mi piazzo comoda, comoda sul divano e infilo il dischetto nel computer. Tataaaaaaa! Attacca la musica, la tensione sale e naturalmente…arrivano i trailers, immancabili come la muffa sul gorgonzola, che innescano subito acidità di stomaco e disattivazione dell’avanzamento veloce. In parole spicciole, se vuoi arrivare al “nocciolo”, te li devi guardare tutti dal primo all’ultimo tra gli spasmi e l’umore nero.
Ok, ci siamo, si parte. Innanzitutto si tratta di una nuova serie televisiva, poliziesca. I titoli di testa finiscono. Flash su Miami. Appare il protagonista. Un bel primo piano mentre guida e zoomata sulla sua collezione privata di escrescenze cutanee e le basette alla Emerson Fittipaldi. La voce dell’uomo verruca si introduce come narratore interno sulla falsariga dell’Ortis foscoliano. Riflessioni elevate, sature di passione e spregiudicatezza:
- Mi piace il cibo cubano. Uhm, il sandwich con la carne di maiale e’ il mio preferito ma ho fame di qualcos’altro.
Così per sfamarsi trapana la testa ad un maestro di coro, noto serial killer pedofilo. E voilà, adesso si sente proprio bene.
Signori e signore questo e’ Dexter, il protagonista, di professione poliziotto e serial killer. Nuovo eroe della stagione autunno/inverno 2006 mutuato dalla letteratura gotico-romantica tipo dottor Jeckyll, Dracula & co., rivisto, corretto e mediato per il pubblico americano. La storia e’ semplice. Una dannata storia di gente fatta a pezzi, torturata, prosciugata del sangue e impachettata, con un andamento adrenalinico simile a quello del coma vegetativo.
Sullo sfondo si delineano alcune relazioni di antagonismo e il dramma esistenziale di Dexter che non e’ interessato a fare sesso. Insomma una galleria di personaggi affascinanti e terribilmente fotogenici con la carica emotiva di un’ameba e la recitazione da Oscar del patronato.

Monday, October 09, 2006

CASE PER SOGNARE



Son tempi duri. Qui la bolla immobiliare e’ ancora bella gonfia. Un appartamento con due camere e due bagni sulla trentesima si aggira su $ 1.100.000 dollari, la stessa metratura, un po’ più a nord $ 1.400.000 dollari.Non c’e’ trucco, non c’e’ inganno e non c'e’ il garage. Avete letto bene. Non e’ che ho esagerato con gli zeri. Intanto quegli aguzzini dei venditori immobiliari organizzano assaggi di vino e Vol-au-Vant all’Asiago in crema d’asparagi per i clienti interessati a dare un’occhiata all’immobile. Ma chi e’ che acquista? Naturalmente loro, i Vip. Dall’ultimo gossip sembra che la coppia più bella e arrogante del mondo abbia deciso di trasferirsi qui. Che bello! Non vedo l’ora di avere Victoria “Spice” Beckham come dirimpettaia. Potremmo andare a farci le meches insieme.
E i Newyorkesi cosa fanno? Emigrano verso il New Jersey e la Pennsylvania e poi fanno i pendolari, per aggiungere un po’ di stress alle loro vite così Zen ma non tutti. Alcuni non amano spostarsi, al massimo si rifugiano nel Bronx, dove le sparatorie continue calmierano i prezzi, altri realizzano il proprio sogno di dimora perfetta tra le mura domestiche.
Abbandonata l’idea di usare la casa di Barbie, un plasticone decisamente kitsch e sempre invasa dall’eterno fidanzato Ken, hanno trovato l’uovo di Colombo in un piccolo negozio dell’Upper East Side: case in miniatura. Si acquistano in un pratico kit con istruzioni in allegato per chi vuol far tutto da sé, oppure possono essere montate e poi consegnate a domicilio. La piccola bottega dei sogni offre varie tipologie di case e si possono richiedere anche della modifiche personalizzate, senza esagerare. La residenza di Versailles non e’ contemplata dal catalogo, più che altro perché non entrerebbe in un appartamento dal format newyorkese. Oltre alla casa dei sogni, si decidono anche gli optional: moquette o parquet, carta da parati o pareti affrescate, caminetto, biliardo…anche la razza del cane che deve fare la guardia e la tazza del water. Una volta definiti i dettagli, si passa all’acquisto dell’arredamento, evitando così anche le folli visite all’Ikea in compagnia di comitive di umanoidi allo stato brado che rincorrono nugoli di mocciosi con la faccia incrostata di ketchup e le dita unte di french fries acquistate alla mensa e le gestanti con le caviglie a salvagente che tirano il fiato sulle sedie a dondolo modello Ps Axvall. I prezzi sono più o meno gli stessi, considerato che un set da bagno in porcellana costa $ 68 dollari e il tavolo da giardino in ferro battuto con quattro sedie costano $ 38 dollari ma vale la pena. Tutta roba di lusso. E poi e’ un ottimo passatempo domenicale. C’e’ gente che espone in salotto ben sette abitazioni in miniatura con tanto di impianto elettrico, vasca Jacuzzi e alberello di Natale con le luci intermittenti. Non e’ fantastico?

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Per chi volesse destreggiarsi in una competizione fra bloggers dia un'occhiata a questo post creato da PlacidaSignora.

Saturday, October 07, 2006

EVENTI


Eccovi alcuni eloquenti frammenti tratti da una manifestazione contro la guerra che si stava svolgendo ieri a Union sq.
Purtroppo non posso fornirvi l’audio. Vi basti sapere che la colonna sonora era un elegiaco rap “live” in onore di Bush e i suoi collaboratori.
Un dramma liturgico sussurrato appena, dai toni pastorali e poetici con l’intento di far rivivere i momenti più significativi della sua carriera, narrandoli in una forma dall’elevato contenuto artistico, dal taglio elegante e soprattutto variegato. Un capolavoro melodico di grande originalità armonica. Un contributo essenziale al vocabolario della lingua inglese.









































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Thursday, October 05, 2006

SERENDIPITY


Certo che il cinema ti da’ la percezione della realtà che e’ tutto un programma. Prendete Serendipity, per esempio, in cui la scena più romantica e’ quella della cioccolata nell’omonimo bar. Lui che fa’ gli occhioni da cerbiatto astigmatico e la guarda come se avesse notato Lazzaro alzarsi e camminare dietro il bancone, l’ambiente che rintrona l’immaginario al suon di uppercut emotivi, la musica e… l’astuzia imperscrutabile dello sceneggiatore ne fanno un’utopia realizzata con il sostegno di Andy Wharol, in tempi non sospetti, e le dichiarazioni evangeliche di Oprah Winfrey: “Quando trovi qualcosa di così buono, bisogna condividerlo”.
Tanto per cominciare John Cusack non era seduto ad aspettarmi, al suo posto ho trovato due imponenti matrone con il fisico di una pera Williams e la capigliatura malandrina della Pivetti che si ingozzavano di panini accompagnandoli con una coppa, delle dimensioni di un’acquasantiera, di “Serendipitous Hot Chocolate” guarnita con chili di panna montata in bomboletta spray e cannella. Poi, l’ambiente mi e’ sembrato decisamente alieno. Pesanti tracce di kitsch nascondevano l’inganno diramato da Hollywood. Tanto per dire, ho rischiato di inciampare sul mezzo busto di una Dea greca con il naso di Gad Lerner. Il fatto, poi, che appena si entra c’e’il reparto gadgettistica, ha fatto svanire completamente ogni attesa di romanticismo e suggestione, voglio dire, dover passare attraverso una galleria di bombolette spray e candele con l’effige di un Buddha, con l’espressione eloquente di chi ha passato la notte in un coffee shop ad Amsterdam, che esortano al risveglio della spiritualità, magliette sponsorizzate e burro cacao al sapore di cioccolato, non e’ che ha soddisfatto il mio senso estetico. Se andavo a Chinatown, provavo le stesse esileranti emozioni senza spendere un cent.

A questo punto mi aspettavo qualcosa di veramente efficace per soddisfare la sfrenata bramosia delle papille gustative, invece assieme al cameriere dal sorriso innescato, impeccabile nella sua livrea da animatore turistico, e’ arrivato un menù che aveva molto dell’ordinario. Uno stillicidio di piatti comuni, fatta eccezione per l’omolette con funghi al curry e quella con il caviale che poi, voglio dire, sempre di uova si tratta, no? Per il resto, i soliti hamburger che trasudano salse transgeniche, la pasta che non può mancare e naviga nell’acqua di cottura assieme a polpette, gamberi ed elementi estranei al pianeta terra.
Insomma, quello di cui non mi capacito e’ che ci sono delle aspettative. Non e’ che puoi servire la pasta con la colata di formaggio di plastilina di Sbarro e sperare di farmi sognare solo perché ho una farfalla Tiffany di zinco e piombo che oscilla pericolosamente sopra la mia testa e un paio di grotteschi pupazzi pendono dal soffitto. E che fine ha fatto il plus valore? L’elemento differenziale?
Mentre mi chiedo come mai tutti pasteggiano accompagnando le portate con coppe di cioccolata giganti, il cameriere, sempre con sorriso autoimpostato da un corso online, si avvicina alle due matrone, che hanno divorato avidamente le pietanze fino a questo momento ed esordisce con:
-Un dessert?
Ma questa e’ istigazione all’obesità’ o…forse e’ anche peggio, e’un reato più grave: tentato omicidio, con l’aggravante che la spesa minima per sedersi e ordinare qualcosa e’ di $8,50 escluse mance e tasse. Questi sono sicari professionisti. Si tratta probabilmente di un’associazione a delinquere legalizzata dalla fama.
Un ossequio al romanticismo e alle leggende metropolitane.

Tuesday, October 03, 2006

CHANGES

"Diario semi-serio di una ex Manager ritiratasi a NY" cambia il look.
Molti di voi, in passato, mi avevano piu' volte informata sulle difficolta' nel leggere caratteri rosa, certamente femminili e vezzosi ma a lungo andare malefici per la vista. Ed ecco, quindi, che con l'arrivo dell'autunno, Nikita, presa da un incontrollabile estro creativo, stimolato da uno Sloppy Jo digerito male, si e' cimentata nell'arte del template, arrivando al risultato che ora potete ammirare.

Monday, October 02, 2006

APOCALYPSE 10/02


Ho appena avuto una conversazione con una mia vicina alla quale hanno trapiantato il cervello di una velina, pertanto e’ stato particolarmente impegnativo capire a quale piano doveva andare e aiutarla a premere il bottone dell’ascensore. Sfinita da una chiacchierata così intensa, sono entrata in casa, dimenticandomi completamente che ero appena tornata da un week-end fuori porta e c’era l’apocalisse ad aspettarmi. Una lunga fila di valige, sacchetti di plastica, calzini muschiati, pedule scamosciate made in china, una sacca che sembra l’incrocio tra la borsa di Mary Poppins e il cappello del prestigiatore, ci manca che esca un coniglio e la faccia sul tappeto…, tutti lì sul pavimento come un laconico messaggio che chiede la rimozione immediata.
Non so, ma quasi, quasi mi leggo il giornale, tanto per riprendermi dallo shock. C’e una foto di Bush con lo sguardo penetrante e perspicace di un primate, così lo richiudo. Che fascino che hanno questi politici. Uomini dalla morale eccellente, incorruttibili, super partes che sbandierano, a destra e a manca, regole di comportamento e poi ci fanno pure delle leggi che l’uomo comune deve rispettare, perché ci aiutano a vivere meglio e…oplà salta fuori che Marc Foley si scambia messaggini lussuriosi con dei minorenni, scrive anche delle poetiche email dirette a ragazzini con cui intrattiene una corrispondenza, per così dire, equivocabilmente frizzante.
Cheney, tempo fa’, spara ad un tizio e replica:
-Oooppss! Scusa ti avevo scambiato per un fagiano.
Maschiacci!
Eh, del resto la politica e’ così noiosa, che e’ assolutamente necessario coltivare degli hobby. Darsi all’alcol, per esempio, e’ una passione abbastanza gettonata, ma anche giocare a “strega comanda color” con giovincelle smaliziate che portano la sesta di reggiseno.
No, non sono pronta per letture così complesse. Ho bisogno di canzoni frivole, tipo quelle in mp3 scaricate da iTunes, di comedy show, magari andare al cinema e spatolare i neuroni con un po’di emozione alla De Sica/Boldi e sognare di ingozzare il regista con chili di pop-corn al burro e dulce de leche mentre siede sulla sedia arrugginita del fachiro.
No, meglio un video di iTube, almeno non si paga il biglietto.
Intanto, da ieri, il prezzo del latte e’ aumentato e il catastrofico paesaggio post week-end e’ ancora lì, immobile.

Sunday, October 01, 2006

IL ROCK E' MORTO?


Non ci resta che piangere e fare la fila davanti al mausoleo in rovina che ha chiuso i battenti: il CBGB’s, la mitica meta del rock, non esiste più. Dopo più di 30 anni di attività, il club che ha lanciato artisti del calibro di Patti Smith,Television , Blondie,The Talking Heads e The Ramones lascia la scena newyorkese per, forse, non riaprire mai più. Si parla di una richiesta d’affitto da capogiro, $40.000 al mese, per rinnovare il contratto e continuare l’attività’, che ha fatto fare retromarcia al gestore Hilly Kristal , davvero allibito dalla richiesta marziana. Le porte si sono aperte e richiuse per l’ultima volta il 30 di settembre e il gossip e’ entrato subito in azione. Forse, al suo posto, aprirà un ristorante chic con i camerieri in livrea e le aragoste vive che nuotano in una vasca di cristallo e i manici d’argento 925.