Thursday, October 06, 2005

LOGORIO DELLA VITA MODERNA


Ma dove corrono tutti? Perché si affannano per produrre? Produrre per poi consumare e buttare via e riempire conche di immondizie?Alienati e inselvatichiti dalla corsa al denaro, pensano con un occhio sull’orologio e l’atro che controlla il bollettino della Borsa, sempre tormentati dall’idea di perdere una qualche occasione.
L’americano medio e’ schiavo del ritmo del lavoro, la casa, la famiglia. In balia di un perenne sfruttamento da parte del datore di lavoro, le grandi corporation, gli amici e i vicini di casa a cui non riesce a sottrarsi. Zombie di prima mattina, sfibrato e sull’orlo di una crisi di nervi la sera nell’estremo patetico sforzo di dilatare la giornata.
Con il cervello in panne e l’aspetto di un pugile rintronato se ne va a dormire nel suo letto di dolore dove passerà una notte di incubi a pensare alle rate del mutuo da pagare, le cambiali in scadenza, l’indebitamento con varie carte di credito. E sì perché il soggetto disperato si conforta comprando di tutto: dal materasso ad acqua al panfilo di 52 metri, aggravando, così, la sua situazione già oltremodo drammatica. Al mattino si impasticca di Tylenol per contrastare l’emicrania cronica della quale soffre da quando e’ nato, che lentamente sta annientando i neuroni. Poi via di nuovo al fronte a combattere guerre di dominio. Niente pasti regolari ma un ingozzamento in stile oca da patè in svariate ore del giorno. Una bibita al guarana’ ed e’ pronto per un altro round.
A questo punto della tragedia dell’uomo comune, io mi chiedo: questa sarebbe la società del benessere?
Mi sembra di ravvisare nei tratti di questa società moderna e libera e la cui costituzione afferma ed esalta il diritto alla felicità, una beffa bella e buona.
Benessere? Eccome no! Un benessere tragico incentrato sulla sconfitta, una
constatazione disperata che la promessa della prosperità è stata elusa e delusa e che la stessa esistenza dell’appagamento e’ minacciata dall'impotenza e dal rischio. In questo orizzonte di tristezza e desolazione il povero uomo comune vive una vita ricolma di incertezze e angoscia sostenuto abilmente dal suo analista che anziché prendersi a cuore la sua depressione prende a cuore il suo portafoglio. Ma non e’ finita qui. Essendo un incurabile insicuro l’uomo medio investe in corsi di formazione su come accrescere l’autostima e sul pensiero positivo alimentando il buco nero sul suo conto corrente e la sua prostrazione. In quanto a risultati, sono uguali allo zero Kelvin!L’Americano medio crede di far parte di un grande progetto (questo e’ quello che gli han fatto credere e lui se l’e’ bevuta!), di una grande squadra, il popolo Americano, che lavora a grandi cose. Quali siano queste grandi cose non si e’ ancora capito. Mentre lui, il piccolo grande uomo, si ammazza di lavoro, viene anestetizzano con il marketing, un agente patogeno che attacca le menti debilitate e stressate, infettandolo con la sindrome dello shopping selvaggio. Ed ecco apparire all’orizzonte la donnina nevrotica con sette shopping bag di carta sulla quale spicca la scritta Macy’s o la famigliola contornata dalla prole obesa di ritorno da Toys’R’Us che trascina enormi sacchetti di plastica con dentro inutili giocattoli che finiranno in magazzino il giorno dopo.

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