Tuesday, August 16, 2005

IL SANTUARIO DI "LITTLE ITALY"


Una sagra popolare dal gusto un po’ amaro, un po’, per così dire, alla Merola con tanto di festoni natalizi che danno il benvenuto anche a Ferragosto.

Al santuario di “Little Italy”, che ormai si e’ ridotto a piccolo museo del folklore, schiacciato dall’avanzare inarrestabile dei soldati di Hu Jintao, si incontrano orde di turisti Italiani in vacanza che si aggirano con la Canon EOS 1D II a 8.2 megapixel appesa al collo come se dovessero fotografare l’attività’ notturna delle falene brumate.
Li riconosci subito poiché sono gli unici a essere abbronzati anche il 21 di Novembre assieme agli African/Americans. Abbigliamento “urban chic” con la scarpetta Nike Free coordinata e la tracolla Tumi, praticamente un pezzo di tela che costa come uno smeraldo. A parte l’Italian Food Center, la mecca della dieta mediterranea alle cui vetrine penzolano forme di auricchio dolce, le altre attrazioni sono i ristoranti.
Ristoranti dai nomi improbabili come “Il Piccolo Bufalo, sapore di Napoli a New York” i cui piatti forti sono: mortadella e provolone e ossibuchi in umido.
Qui apro parentesi e inserisco un annuncio: se qualcuno ha visto un bufalo a Napoli me lo faccia sapere! Torniamo agli ossibuchi in umido e alla mortadella che se si vedono a Napoli e’ solo perché sono in vacanza! C’e’ poi il ristorante “Da Benito II”, della serie Benito II la vendetta! Mi fermo qui perché il resto e’ anche peggio. Il repertorio musicale offre una carrellata di pezzi agghiaccianti e con un po' di fortuna puo' capitare di mangiare una "caprese" allietati dalle note di "Sono un Italiano" di Toto Cutugno. In questo scenario patetico, talvolta da dietro il cespuglio che adorna l’area con i tavolini all’aperto, sbuca il “burino” della ristorazione che veste come Tony Manero nel “La Febbre del Sabato sera” e parla una lingua che e’ un misto tra il Visigoto e il dialetto che parlano a Scoglitti e invita gli sfortunati passanti a dare un’occhiata al menù. Chi ci casca e’ il turista dell’ Oklahoma completamente sprovveduto e sveglio come il ghiro in letargo. L’alternativa e’ il pupazzone vestito da cuoco con tanto di cappello e fazzoletto al collo che ti accoglie all’entrata con il menù in mano e il pollice alzato! Anche il servizio e’ un po’ cambiato rispetto al periodo in cui la zona era in auge. Il classico cameriere immigrato del sud che serviva ai tavoli si e’ estinto. Oggi vive a Beverly Hills ed e’ vicino di casa di Brad Pitt e Angelina Jolie. Al suo posto troviamo l’indio boliviano che parla la lingua quechua e chi lo capisce e’ bravo!
Perché gli Italiani vengano a mangiare da queste parti, rimane un enigma. Solo a vedere che servono "la matriciana" su una pirofila, mi fa pensare che sia un buon metodo per disfarsi degli avanzi in cucina. Per non parlare dei tavolini con il vetro sopra la tovaglia e il vasetto di fiori di plastica recuperati da qualche bomboniera!

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Meglio il quartiere italiano di Montreal, che almeno li' ci sono ottimi cannoli !!!!!!
Vero che ormai Little Italy non esiste più (contrariamente al quartiere cinese, vivacissimo !)

10:20 AM  

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