Wednesday, October 05, 2005

IL PARCO DEGLI ORRORI





Ci sono giornate in cui mi piace abbandonarmi all’attività’ oziosa di passeggiare nei parchi. Mi soffermo a guardare gli scoiattoli intenti a cercare ghiande o arachidi lasciate dai “VILLEGGIANTI della DOMENICA” e le foglie degli alberi che cominciano ad ingiallire.
Ed ecco che oggi mi capita di approdare al Parco di Socrate, con un nome così non posso che trovare pane per i miei denti, penso. Chi meglio dei filosofi greci amava oziare abbandonandosi alle loro meditazioni? Bene, ho trovato proprio il posto giusto!
Ma anziché generare delle buone riflessioni, mi e’ venuto il mal di testa. Sono capitata nello sfortunato periodo in cui alcuni “ARTISTI EMERGENTI” espongono le loro opere d’arte, così le chiamano, offendendo l’operato di quelli che magari del talento ce l’hanno e le cui creazioni vanno sotto lo stesso nome. Ad ogni modo, in un prato spellacchiato che alcuni nerboruti giovani cercavano di innaffiare, con risultati sconfortanti, spiccavano alcune mastodontiche oscenità. Giudicate voi, guardando le foto e leggendo i commenti qui di seguito.
LA CASA INVOLONTARIA Ma chi e’ il cretino che costruisce una casa involontariamente? E poi una casa che sembra una di quelle casse natalizie che ti arrivano a casa come regalo e non hai neppure il coraggio di aprire, tanto sai già che dentro troverai il Tavernello da tavola e l’Asti Cinzano!
STALAGTITI E va be’ se vogliamo chiamarlo così. A me sembra più il pene dell’uomo del Similaun ritrovato tra i ghiacci subito dopo un orgasmo con la donna di Neardental!
LASCIATI MORIRE Già il titolo non da’ speranza ne’ all’opera ne’ all’artista. Una serie di cartelli stradali con su scritto il nome della strada al cui palo sono incatenate delle biciclette semi distrutte. Ma cosa diavolo significa? Che se parcheggio la mia bicicletta in una strada di New York per compararmi le sigarette quando esco dal Tabaccaio me la ritrovo così?
Dulcis in fundus una vera, apocalittica, imponente, titanica PORCHERIA! Un ludibrio a spese del passante. Un oggetto non meglio identificato che farebbe più bella figura in un cassonetto AMIU mentre l’artista troverebbe conforto nel reparto di neurologia.

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