Tuesday, October 25, 2005

MITI DA SFATARE


Mi trovavo a passare nei pressi della “Magnolia Bakery” (zona Village) e penso: bando alla dieta! Quasi, quasi vado a farmi una CUPCAKE. Non ho ancora capito cosa sia una cupcake ma ho letto da qualche parte che questo posto e’ famoso per tal delicatezza. Sembra che nella serie “SEX AND THE CITY” (che non ho mai visto. No non e’ che me la tiro, e’ verissimo) tali Carrie e Miranda ne fossero ghiotte e andassero a rifornirsi proprio alla Magnolia Bakery. Così non ci penso due volte, tanto non diventero’ mai come HEIDI KLUM anche se smetto di mangiare, e mi dirigo a piè veloce verso il target.
Ma Santo Cielo! Sono le tre del pomeriggio e c’e’ coda! Una selva di famelici che arrancano tortine neanche fossero appena stati liberati da un campo di concentramento!
Se c’e’ una cosa che odio, e’ quella di fare la coda. Ma ormai sono qui e poi chissà quando ripasso da queste parti. Ma si dai, mi metto dietro questo tizio col berretto a strisce e aspetto il mio turno. Sembra di essere in Russia prima dell’arrivo di Putin. Tutti in fila per accappararsi un litro di latte! C’e’ una tipa a tre persone di distanza che sta leggendo un libro per ammazzare l’attesa. Io, però, un libro non ce l’ho. Come faccio? Ma guarda! C’e’ una libreria proprio di fronte, potrei fare una fuga lì a comprarmi un libro. Ma così perdo il posto e poi mi tocca rifare la fila. No, no resto qui. Intanto quelli che hanno già messo le mani sulle esimie tortine escono e se le fagocitano in piedi sul marciapiede. Ma cosa sarà mai? Ambrosia? O follia collettiva?
Dopo venti minuti di coda, in cui non mi sono divertita affatto e e’ già tanto se non ho litigato, arrivo al bancone del “fai da te” dove ( e già intravedo la delusione) dei muffins glassati fanno bella mostra. Contenitori di cartone, di varie misure, sono a disposizione del cliente assieme alla carta oleata e a un cartello che minaccia: “Non più di una dozzina a testa”.
Potevano mettere un rotweiler visto che c’erano che al tredicesimo pezzo prelevato ti stacca direttamente una mano!
Ad ogni modo, prendo la scatolina più piccola che c’e’ e scelgo una cupcake con glassa al cioccolato e violette. Per un test ne basta una. Pago, $ 1,50, non e’ male visto i prezzi di questa città.
Adesso sono indecisa se ingozzarmi in stile bulimica sul marciapiede assieme agli altri mangiatori di cupcake o aspettare fino a casa. Cosa faccio? Meglio cha vada a casa così evito la glassa al cioccolato sulla camicia bianca.
Quando finalmente riesco a mettere le mani sulla torta (son durate ben poco), al primo morso si e’ disintegrata creando l’effetto mangime per polli sul pavimento. La glassa non era altro che un chilo di zucchero a velo e burro che mi ha provocato il diabete istantaneo. Le due briciole che sono riuscita a infilarmi in bocca, non sono state nemmeno rilevate dalle papille gustative poiché assolutamente insapori.
Insomma, inutile dirlo, una bella PORCHERIA!
APPELLO: Non comprate quelle maledette tortine!

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