Wednesday, November 02, 2005

IL RITORNO DELL'ASSENZIO

















Dopo la completa reintegrazione grazie al rilancio mediatico avvenuto nel 1998 a Londra nel London Grouche Club e un passato da legenda, la “fata verde” fa’ ancora parlare di sé. Ma andiamo per gradi.
L’assenzio viene distillato per la prima volta in Svizzera nel 1792 classificato come elisir medicinale per favorire la digestione stimolando lo stomaco e il fegato. Preparato con numerose erbe tra cui finocchio, anice e artemisia absinthium e’ ricco in clorofilla a cui deve l’intensa colorazione verde.
Nel diciannovesimo secolo questo amarone viene adottato più per curare le pene dell’anima che il mal di stomaco e diventa la bibita ufficiale degli artisti bohemiens, in perenne crisi esistenziale come del resto il 90% dei giovani tra i 14 e i 30 anni dal paleolitico a oggi. Naturalmente come per tutti gli alcolici, l’uso smodato può creare dipendenza e alterare lo stato psichico-mentale (che negli artisti dell’epoca era già in precario equilibrio) del soggetto che ne abusa portandolo ad avere comportamenti non proprio civili fino ad attività masochistiche tipo taglio di orecchie (vedi Van Gogh) e sadiche tipo omicidio, come nel caso del contadino svizzero Jean Lanfray che ha freddato a luparate la moglie in cinta e due figliolette, supportato oltre che da due bicchieri di assenzio da una lunga lista di inebrianti liquidi sorseggiati durante la giornata: crema di menta, cognac, due litri di vino e brandy. Considerato che il giorno di Halloween un anziano signore ha preso a fucilate due ragazzini colpevoli di aver suonato il suo campanello ed esordito con: “scherzetto o dolcetto?” non c’e da meravigliarsi se Jean Lanfray stanco dopo una dura giornata di lavoro al bar rientrando a casa e non trovando la cena pronta abbia avuto una reazione un tantino esagerata.
Così, gia penalizzato da affermazioni del tipo: “la fata verde e’ la peggiore delle streghe”, fatta da Paul Verlaine nelle Confessioni del 1895 o “In realtà è un errore invaghirsi dell’assenzio. Io stamattina mi sono svegliato con i nervi a fior di pelle e un alito pestilenziale. Capisco che l’assenzio aumenta l’acidità. È estremamente nocivo per la pelle. Non ho mai avuto un aspetto così vizioso come questa mattina” in una lettera ad un amico scritta da Ernest Dowson e grazie alla lucidità del contadino Jean Lanfray, “la minaccia verde” viene messa al bando e dichiarata illegale in tutta l’Europa occidentale tranne la Spagna.
Nel 1988 l’allegra brigata degli addetti della Comunità Europea in materia di alimenti sta lavorando alacremente ai regolamenti da emanare e, complice il fatto che l’assenzio e’ sparito da quasi un secolo e finito nel dimenticatoio e che con tutte quelle lingue chi si capisce e’ bravo, si dimentica di citare quello che fu il più controverso degli alcolici. Se vige il detto: “fatta la legge, trovato l’inganno” figuriamoci se la legge non c’e’! I produttori di alcolici, in perenne carenza di idee, si lanciano subito nella produzione forsennata di bottiglie del colore dell’incredibile Hulk contenenti un liquido che al gusto ricorda un miscuglio tra l’Antoral e il Tantum verde. La pozione magica ricomincia ad essere presa in considerazione grazie alla sua becera reputazione e l’immediata associazione a qualcosa di trasgressivo.
Oggi, però, c’e’ chi ha intenzione di riscattare la reputazione contaminata dai ciarlatani della produzione di massa. Tom Breaux, il piccolo chimico di New Orleans, dopo anni di ricerca e sperimentazione ha trovato l’antica formula dell’assenzio e tra un uragano e l’altro ha stretto una partnership con una distilleria di Saumur, in Francia. Con il nome di Nouvelle-Orleans ha creato il “suo” assenzio che riproduce esattamente quello originale. Non c’e’ pace per i miti.

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