Tuesday, March 14, 2006

HOT IN THE CITY


Se in Italia il decreto Scajola ha costretto la popolazione all’ibernazione durante quest’ultimo inverno di freddo, qui in America il problema del consumo energetico sembra non sfiorare minimamente le teste che governano, tant’e’ vero che nonostante il sistema di riscaldamento sia alimentato a gasolio e ci sia ancora in atto una guerra per il fatto che scarseggia, nei condomini e negli edifici pubblici la temperatura interna e’ sempre tropicale. Da una settimana, poi, sembra essere arrivata una primavera anticipata e la temperatura esterna si aggira sui 15/20 gradi ma gli impianti di riscaldamento continuano ad andare a manetta alla faccia del risparmio energetico. Nel mio appartamento, per permettere al cervello un’ossigenazione adeguata a mantenerlo in vita, le finestre non sono mai state chiuse da quando mi ci sono trasferita. Si e’ reso, poi, necessario l’uso di un umidificatore a portata industriale poiché le pareti delle narici si erano ridotte come due prugne secche della California e la gola si presentava di un colore rosso porpora come se mi fossi fatta i gargarismi con la benzina. La lacrimazione scarseggiava e in seguito si e’ rivelata inesistente poiché, non appena al contatto con l’aria, simile a quella del Gran Canyon nel mese di agosto, veniva prosciugata immediatamente. Ora, viste le condizioni atmosferiche all’interno delle abitazioni, in casa si adotta la classica tenuta da spiaggia con infradito e canottierina di stretch che può essere piacevole se la tua vicina di casa e’ Liv Taylor, lo e’ un po’ meno se si tratta di Wilma la donna dei boschi che pesa 130 kg e ha un leggero problema di iperidrosi ascellare. Inoltre, in molti per sopravvivere accendono l’aria condizionata incrementando anche i consumi di energia elettrica in modo che lo spreco sia assolutamente totale oltre che sommare l’assordante rumore del compressore al già massiccio inquinamento acustico prodotto dagli amici del pulito: gli operatori ecologici

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Durante la mia recente vacanza, avevo lasciato solo alcune fessure aperte, tanto per far girare un po’ l’aria e dar la possibilità alle piante di prendere una boccata d’aria di tanto in tanto, e al mio ritorno ho trovato una serie di simpatiche sorprese. Porte e cassetti si sono gonfiati e non si chiudono più mentre alcuni mobili si sono letteralmente scollati e crepati per via del calore, alcuni coriandoli, residuo dell’ultimo party, si sono fusi con la vernice del parquet.

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