Wednesday, May 02, 2007

TIME WARNER


Al mattino l’Upper West Side e’ abbastanza tranquillo. Molti negozi sono ancora chiusi, a parte i locali che distribuiscono cibo ai cultori dello stomaco pronunciato, per quelli non c’e’ orario. Sono sempre pronti a soddisfare ogni voglioso desiderio, che sia solo per uno snack o un pasto faraonico, l’importante e’ dare la possibilità agli enzimi di lavorare.
In lontananza le sirene dei pompieri. Si avvicinano. C’e’ un incendio. Si vede del fumo e alcune squadre sono già in azione. Un gruppo di pompieri bardati nelle loro tute ignifughe e il cappello rigido con il numero dello squadrone, sono schierati davanti alla zona transennata. Nessun curioso. Questa e’ ordinaria amministrazione. I pompieri sono sempre al lavoro da qualche parte, in città. In quanto alla pace e tranquillità di prima mattina in questa zona di quartieri alti…, beh, era un abbaglio. Poco più in là alcuni uomini con l’elmetto e il giubbottino fosforescente, divelgono il manto stradale, accordando i martelli pneumatici in re minore.
La salvezza e’ il Time Warner. Il centro commerciale chiccoso, con vista panoramica su Columbus Circle.

Nel momento in cui ci si chiude la porta alle spalle, il frastuono rimane tagliato fuori, non si sente più. Al suo posto la terza Sonata in si minore di Chopin e vista sull’imponente obesità delle statue di Botero in bronzo che dominano la hall d’entrata. Il piccolo pene di ottone dell’uomo calvo che fa capolino tra le falde di grasso, sembra consumato dall’uso sfrenato. I passi dei viandanti echeggiano sul marmo grigio del pavimento. Un drappello di turisti capitanati dal relitto di una guida, si apprestano ad ammirare l’atrio.
Grande emozione dei partecipanti davanti alla statua femmina con le tette piccolissime, quasi due puntini, sistemate su un corpo opulento e pesante. Il drappello procede in direzione sud con lo sguardo per aria oltre il cristallo, forse arenato nel nulla.
La musica cambia quando si entra da Williams-Sonoma, luogo di culto per aspiranti chef casalinghi. Caldo parquet sotto i piedi e Jazz indiavolato che esce dagli speaker. Qui ci sono cose che voi umani non potreste neanche immaginare: il pentolino di rame per la fonduta a $400 dollari, il ferro da stiro rotante per lenzuola e asciugamani, utilissimo e poco ingombrante con le discrete dimensioni di un carrarmato russo T-90, le friggitrici da mille e una notte, i frustini in acciaio satinato con le sfere attive che montano a neve anche l’acqua Ferrarelle e molt’altro che non vi e’ dato di sapere. Poco più in là si scorge la peccaminosa effigie di “Godiva Chocolatier” con la coreana in vetrina, in completo da uomo, che immerge le fragole fresche nel pentolone di cioccolato fondente. Un po’ di folklore da sagra di paese. Del resto siamo in un centro commerciale e queste sono attrazioni, no? Salendo a bordo di ascensori da Spazio 1999 o sulla scala mobile si arriva al secondo piano, dove si aggira una guardia giurata in completo grigio fumo di Londra. Ricetrasmittente alla mano e il nome sul cartellino che dice: Kercu. Fa tanto “ti spiezzo in due” ma lui, la guardia Kercu, si trascina una gamba. Non si sa se e’ dovuto ad una trombosi, per il troppo passeggiare su e giù, o qualcuno ha provato su di lui il famoso motto di Ivan Drago.

Questo piano e’ sciapino, sciapino. Ci sono gli orribili Sisley e Benetton. Eileen Fisher con la sua collezione stropicciata e pastello di abiti in fibre naturali. L’immancabile Sephora allestito con distese di ombretti appiccicosi, mascara con l’impugnatura a forma di anfora greco-italica del II secolo a.C. e gloss imperdibili, effetto glitter su buccia di banana.

Si salva in corner per via di Borders, la libreria dove si vende anche
The crazy cat Lady
, forse gattasorniona ne aveva già parlato di questa tizia, e “Spiderman: The visual guide to the complete movie trilogy”, un volume che non può mancare sugli scaffali degli aracnofobici. Un sacco di Tokyopop Manga con Fruits Basket e le avventure della famiglia Sohma, Knights Dragon e altre surreali storie con il filo logico di una mente schizzofrenica.
Questa settimana gli esperti critici letterari di Borders segnalano “I’m Chevy Chase… and you’re not”, di Rena Fruchter. Un ritratto del famoso attore sotto l’aspetto umano e i turbamenti vissuti durante l’infanzia fatta di abusi, violenze e soprusi. Ma non solo, c’e’ anche “The department of lost and found” di Allison Winn Scotch. La storia di una donna che perde tutto e ritrova sé stessa.
Poi si sale ancora, sempre più su, verso il terzo piano. Il panorama si fa più intenso visto dalle enormi vetrate.

Voilà! Inside CNN, la bottega del nulla. Come vendere robaccia scadente sottoforma di gadget a farci pure un incasso. T-shirt, t-shirt, tazze, tazze, penne, penne tutte con la stampina , Sex & The City, Boondocks, Batman, Superman e poi miriadi di screen con i lanci di notizie della CNN. Ecco, tutto qui. Un bluff. Accanto il megastore della Samsung, ovvero un’esperienza sensoriale unica. Un’esposizione telematica di gioielli ad alta tecnologia. Un inno all’elettronica. L’esaltazione dell’uomo indolente, un orgasmo multiplo per i cultori del telecomando, i videodipendenti e ogni sorta di misantropo dello screen al plasma.
Si finisce il tour con un bel pranzetto alla Bouchon Bakery: $ 11.25 per una ciotola di lattuga con una fetta di cipolla in cima al cumuletto verde e un po’ di aceto, naturalmente mance escluse.

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16 Comments:

Blogger takajiro said...

mi piacciono sempre moltissimo questi inviti a "passeggiare" per le vie di NY..brava nikita!
neanche a dirlo, qual è l'unica cosa che ho visto di tutto ciò quest'estate?? la bottega CNN...D'OH!!

5:00 AM  
Blogger Spoon of life said...

Ci sono stata solo una volta...non posso permettermi manco l'insalata hehehe...

M.

11:25 AM  
Anonymous Anonymous said...

C'era la maglietta di Six Feet Under nel negozio della CNN, l'ho comprata per il regalo di compleanno di un amico. Il negozio Samsung era magnifico, ricordo le cucine del futuro... E nel supermercato di sotto ricordo che c'erano tante buone cose :) Che ricordi...

1:39 PM  
Blogger doppiafila said...

Sciappino con due p? Siccura?
Salluti, doppiafila

5:06 PM  
Blogger Nikita said...

spiderfedix: Grazie. Alla prossima passeggiata.
maria&stefano: guarda, quando ho visto il prezzo me ne sono andata subito.
oby: un po' di nostalgia?
doppiafila: mi sa che hai ragione. Correggo subito.

12:03 AM  
Anonymous Anonymous said...

non ho potuto fare a meno di soffermarmi sui "panni tesi" della foto che hai postato

:-)

5:05 AM  
Anonymous Anonymous said...

Che spettacolo, SEMPRE, leggerti. Mi sono mancati i tuoi scritti in questo periodo un pò distante dal blog... :)Ti abbraccio forte!

9:56 AM  
Blogger Spoon of life said...

By the way stop by at my place...we got news...

Baaahhh!!!

M.

4:26 PM  
Blogger Holden said...

Il momento di Chopin; quello, aimè, di Botero; il tempo del jazz. Tutto nella stessa pagina. Per riportare alla memoria (la mia, benchè esausta) le sensazioni intense della città di New York.
Come succede con gli odori che prendono sfacciatamente possesso degli indumenti: cosa non da poco.
Così Le chiedo, come chiesero allo Scrittore dopo aver letto la sua buona scrittura: Signora Nikita "ma lei chi è?"

4:44 PM  
Anonymous Anonymous said...

Bell'affresco newyorchese... ma io sono ancora un pò sconvolta dal post della coca-cola fritta...
Hai ragione, quella cosa va oltre le leggi della chimica e della fisica... al buonsenso non ci sto neanche a pensare!

2:21 PM  
Anonymous Anonymous said...

Diceva Daria (Mongerdorfer): "il luogo tipico della bramosia e dell'abbruttimento umano: il centro commericale!". Però raccontati da te hanno almeno un senso (tranne il negozio della CNN... chissà se a Roma ne faranno uno della Rai... rabbrividisco!).

4:46 AM  
Anonymous Anonymous said...

Quasi quasi mi hai fatto venire voglia di farci una scappata. Se non fosse che sono troppo impegnato sulla West Coast...

5:49 AM  
Blogger Nikita said...

paolo: fa tanto Napule', Napule', vero?
astralla: Ciao Astralla! Che piacere risenterti, un abbraccio anche a te.
maria&stefano: congratulations!
holden: Ciao Holden, grazie per il passaggio. Chi sono? Sono Nikita. Un cittadino del mondo che ha eletto New York City a sua musa ispiratrice.
marica: capisci ora, perche' l'obesita' dilaga in questi lidi?
felson: buongiorno Felson! Come sempre ti ringrazio per i complimenti. Un negozio Rai? Oddio, qui si parla di vero abbruttimento. Non oso nemmeno immaginare le t-shirt con le facce stampate delle presentatrici, quelle con le soap opera, tipo Incantesimo...o la Clerici, Magalli e per finire in gloria...Enzo Biagi.
mago: ma no, non vale la pena. Nella West Coast ci sono gia' cosi' tanti mostruosi centri commerciali. Perche' deprimersi ad oltranza?

9:33 AM  
Blogger clarke said...

Proprio in quella zona ho mangiato una grande e buonissima insalatona, a un prezzo accettabile. Era in Amsterdam Avenue, verso la 72nd o poco più su.

10:34 AM  
Anonymous Anonymous said...

Enzo Biagi è rock'n'roll!

12:38 PM  
Blogger Grissino said...

Ah, non sapevo che fosse un centro cosí "importante" e famoso! Ci sono entrato per curiositá e ho comprato qualcosina da Williams-Sonoma in saldo
:-)
Gran bel negozio per noi appassionati di cucina :LOVE: (il negozio, eh!)

3:23 AM  

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