Wednesday, December 28, 2005

LO STRANO CASO DELL'EDELWEISS CAFE'


Da poco hanno aperto quella che si può chiamare una pasticceria, cosa rara da queste parti. Un bel posticino accogliente con tante pastine che fanno bella mostra di sé. Dal nome ci si aspetterebbe di trovare lo “strudel” o perlomeno “la foresta nera” e, invece, oplà, e’ un’altra delle tante pasticcerie greche dove ci sono tutti quei dolcetti insapori immersi nel miele: Baklava o Katafi e analoghi dal nome impronunciabile.
Tante forme stesso gusto: ti sembra di leccare un’arnia.
Ad ogni modo il personale e’ abbastanza goffo e rilassato come stesse lavorando in un campo minato. Purtroppo mi sono persa l’inaugurazione ma non sono riuscita a spostare un appuntamento con Ivana Trump. In seguito mi sono presentata per provare le loro delizie e c’era un sacco di gente che cercava di prendere gli ordini facendo un gran bel casino.
Dopo qualche giorno il personale e’ stato cambiato radicalmente, sono rimasti solo i piloni portanti, presumo i proprietari:
“Il grasso delle comiche”, un bonaccione un po’ Filini un po’ Aldo Fabrizi, che appoggiato al muro mi saluta sempre con un atono: - Hi, how are you?
Poi c’e’ “Mrs Perfidia”, viso arcigno, in rapida discesa verso i fatidici cinquanta, portati pure male, permanente da elettroshock, insomma un bel tipino da Soap Opera
E infine il baffetto, gentile, solitario, silenzioso. Vigila.
Ma passiamo ai dipendenti o meglio quello che resta dopo il rodaggio iniziale.
Ultimamente mi serve sempre una tipa che, penso, usi lo stesso truccatore di Moira Orfei, e porta una serie di braccialetti che ricordano tanto lo stile delle donne Birmane.
Estroversa e intraprendente, cercava di rifilarmi un paio di pastine risalenti al Mesozoico, probabilmente allo stato di fossile.
Per concludere la rassegna, segnalo ”la timidina”, ragazza semplice, di poche parole, sul cui viso l’acne si e’ accanita con una certa veemenza, lasciandole in ricordo la faccia della luna.

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