INCONTRI RAVVICINATI DI TIPO NON IDENTIFICATO
Per una serie di circostanze involontarie e prive di connessione logica che hanno modificato il mio piano originale per la giornata, mi trovavo a passare nei pressi di B’way all’altezza di Union Square e cosa ti vedo da lontano? Il famoso negozio di fumetti: “Il pianeta proibito”.
Gruppi di intellettuali erano già all’opera, immersi nella lettura di Acme # 16, Luba e I Supereroi, mentre una setta di studiosi stava analizzando attentamente le pagine di Ada Lee, storia di una prostituta con eccentrici vizietti. Capitolo dopo capitolo, lo sforzo emotivo si faceva sempre più manifesto e oneroso, tanto da indurre alcuni di loro a terminare la lettura nelle proprie abitazioni.
Lo spirito d’America aleggiava nell’aria tra uno scaffale dedicato alle avventure di Batman e un pezzo rock di bassa lega sparato da superbi speaker con cono del woofer in cartone.
In questo luogo di ritrovo esclusivo, profuso di cultura spiccia e approssimativa, si alimentano i focolai progressisti e nuove originalissime idee vengono divulgate come, per esempio, effettuare rapine vestiti da Spiderman.
Qui si ritrova l’uomo e si perde di vista il genio, impegnato ad alimentare la sindrome di Peter Pan e a determinare i suoi principali alfieri in personaggi come Dennis the menace, Tin Tin e Sock Monkey.
Appagata la mia curiosità, sono andata per uno spuntino da ”Au Bon Pain”, che fa tanto francese ma e’ un regolare fast-food che vende panini e zuppe in scatola. Lo staff manageriale di questa catena che ha punti di ristoro in tutti gli States e in Asia, un giorno, dopo lustri di brainstorming, ha avuto l’illuminazione e per sveltire le operazioni al banco dei panini, rallentate spesso e volentieri dagli indecisi e dai patiti della dieta punti, ha lanciato il metodo: “ordina il tuo sandwich compilando il formulario e sarai sorpreso dall’efficienza”. Metodo che avrebbe potuto funzionario se al di là del bancone non ci fossero soggetti con problemi neurodegenerativi e miopia.
Ad ogni modo, dopo una lunga attesa, mi e’ stato consegnato il panino come da formulario attentamente compilato e sono andata in ricognizione alla ricerca di un posto. Sistemato il vassoio sul tavolo e tutti i miei possessi su tre sedie diverse, ho iniziato a mangiare immersa nella lettura di “Ozio creativo”, stando bene attenta a non alzare lo sguardo per non essere arpionata dal primo umanoide alla ricerca disperata di una conversazione. Troppo tardi! Nel momento in cui allungo la mano per prendere il bicchiere e la seguo con la coda dell’occhio per evitare catastrofi, l’eloquente sfoggia già un sorriso da dietro il suo bicchierone con strano liquido arancione e un panino traboccante di svariati tipi d’erbetta.
2 Comments:
E poi? Mi lasci a bocca asciutta? Che ti ha detto il provolone? (la lettura migliore per l'accoppiata negozio di fumetti-locale per il pranzo non può che essere quel capolavoro di "Gourmet" di Jiro Taniguchi)
Ordunque, si e' parlato un po' di tutto: da quel brav'uomo di Pascal e i suoi boccoli forforati, al naso di Cleopatra con breve escursus sul tempo sull'isola di Mann. Per fortuna mi e' e' squillato il cellulare e scusandomi, ho raccattato le mie cose e mi sono dileguata.
(la prossima volta mi procurero' una copia di Gourmet)
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