Saturday, October 14, 2006

UN ALTRO PARTY


Nessuna argomentazione a mia discolpa. Ammetto che ho deciso da sola, in piena autonomia e consapevolezza. Ieri sera sono andata alla festa dei vini, chiamiamola così. Precedentemente avevo fatto la doccia con zest, si fa così per darsi la carica, no? E fino a qui non c’e’ niente di strano ma la cosa eccezionale e’ che io non bevo vino, anzi lo odio. Mi sembra di bere inchiostro diluito nella trielina. Ad ogni modo per farvela breve, succede che mi si presenta questa opportunità: una festa in una galleria d’arte con tanto di esposizione di quadri e il presidio in loco di alcuni degli artisti, rallegrata da assaggi di vino italiano, fatti arrivare direttamente dall’Emilia Romagna nel pulmino di Raul Casadei, e argentini scaricati sul posto da Maradona in un momento di lucidità, accompagnati da delizie made in Eden e inviate sulla terra tramite l’arcangelo Gabriele. Insomma l’invito era abbastanza accattivante da essere almeno preso in considerazione, no? Arte, artisti, “goodies”, il tutto inserito nell’ambiente pacifico e pastorale di un ex macello.
Ad una prima sommaria occhiata, gli invitati risultano essere un gruppo ibrido e chiassoso di alcolizzati tra i quali spicca la vampira bionda che dal tono delle conversazioni talmente elevate sembra aver subito una regressione del cervello a modello lobotomizzato.

Improvvisamente da dietro la porta blindata di una stanza frigorifero in disuso, sbuca una tipa con la faccia di un volpino e l’effetto aerodinamico di una Porche 997 turbo. Più che un lifting, sembra che abbia infilato la faccia in un rullo compressore. Chissà forse deve passare gran parte della giornata nel freezer per via dei punti di sutura.
Sicuramente il primo premio per l’eleganza va all’estroso uomo della foresta del Casentino, scortato dai compagni di merende del Pacciani. Raffinatissimo l’abbinamento colori: t-shirt verde tavolo da biliardo con colletto frusto e sbiadito, portata su pantaloni del pigiama felpati e giubbetto senza maniche in pile viola. Scarponcino stringato passato nel fango per un più verosimile effetto “camouflage”.Uno stile inconfondibile, palesato anche davanti al banchetto degustativo del vino, mentre infilava una quantità non sottovalutabile di cubetti di ghiaccio nel Cabernet della pampa Riserva 2003.
L’eloquio dell’allegra brigata di beoni spazia da argomenti di cultura generale, tipo l’installazione di una vasca Jacuzzi, ad argomenti molto più impegnati riguardanti le previsioni del tempo sul Principato del Liechtenstein e le scarpe di Marc Jacobs.
Tuttavia non posso non notare un certo interesse per tematiche eco-sensibili, del tipo: e’ meglio lo zucchero di canna o il succo d’agave?
Posso solo dirvi che il tasso alcolico era simile a quello di un gruppo di inglesi in vacanza a Ibiza. In fila davanti al sommelier, bevevano come idrovore per poi alitarti addosso le nefaste esalazioni del lambrusco mescolato al gorgonzola, una specie di gas nervino dall’alto potenziale distruttivo.
Tra le opere d’arte, una segnalazione particolare va fatta ad un bricolage dal contenuto trascendentale, un assaggio di quello che il genio umano può fare e apprezzabile soprattutto per il considerevole periodo di lavorazione, equivalente a quello impiegato da Michelangelo Buonarroti nell’affrescare la Cappella Sistina e non ultima la tecnica innovativa dell’esecuzione: la pagina di un libro di medicina che illustra le fasi della gestazione, incollata su di un cartoncino.
Per fortuna che c'erano i formaggi francesi.

12 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ciao Nikita! Queste sono le situazioni in cui mi alcolizzo di più e che cerco invano di smaltire con lunge passeggiate post-party. Qui a firenze c'era - c'è una scuola d'arte per stranieri (più che altro studenti americani) che si chiama Saci. Tanti anni fa avevo l'abitudine di andare alle loro soirée di presentazione dei lavori prodotti. Il buffet era identico a quello che descrivi e io ne uscivo sempre briaca...bei tempi. Mi piace NY!

3:03 AM  
Anonymous Anonymous said...

sinceramente io un "party" così lo sogno di notte,,, vini e formaggi, bastano già per farmi passare 3-4 ore nella più totale pace dei sensi,,, i beoti attorno mi guarderebbero con l'aria quasi disgustata con la quale te hai descritto loro...
sono un mediocre.

7:05 AM  
Anonymous Anonymous said...

Ghiaccio nel vino?????? Bestemmia!!!!
(ma gli americani lo devono proprio mettere dappertutto il ghiaccio???)

10:59 AM  
Anonymous Anonymous said...

...eppure un Parmigiano Reggiano crosta nera, 36 mesi di stagionatura, avrebbe dato un buon contributo :)
colfavore

1:55 PM  
Anonymous Anonymous said...

Mi domando quanti intenditori di vino ci siano a NY, se poi mettono il ghiaccio :/ Ma non gli hanno spiegato niente a questi? Detto questo, devo dire che un paio di sane risate la mattina appena alzato mi hanno fatto molto bene, e te ne ringrazio.

7:19 AM  
Blogger francesca said...

io amo vino e formaggi ^_^
ma se sono di qualità!!!

ps offtopic: in una puntata di csi, ho visto tiffany...esattamente come me l'apsettavo dopo la tua descrizione!
peccato non abbiano inquadrato anche le kitscherie di cui narravi :P!

6:55 PM  
Anonymous Anonymous said...

Povero cabernet, anche se ad occhio mi sembra una provenienza quanto meno sospetta....tremo pensando che la volpina avrebbe potuto farcisi degli impacchi, per rinfrescarlo...

9:21 AM  
Blogger Nikita said...

gattasorniona: non ci vai piu' al Saci?
el nino: la prossima volta ti invito.
felson: gia', tranne nel posto giusto: nelle mutande.
colfavoredellenebbie: il parmigiano c'era. Non era crosta nera pero'...
oby: ciao Oby, ben alzato. Qui e' un continuo di risate e sbellicate dal ridere. Ho la sensazione che qualunque training sia inutile, del resto si sentono come il popolo guida.
francesca: io solo il formaggio e per fortuna ce n'era in abbostanza. In quanto a Tiffany, purtroppo, non tutti hanno l'occhio clinico per identificare i gioielli "horror".
rudido: io, come dicevo, non bevo vino e la mia cultura in materia e' uguale allo zero kelvin per cui completamente incapace di insegnare qualcosa. Certo che, pero', anche un pivello capisce che non si puo' annacquare il vino che stai per degustare con una montagna di ghiaccio, no? Non credo ci voglia il contributo di Einstein per capirlo. Sono stati momenti difficili.
masso: il vino argentino sta acquisendo lustro e sembra essere particolarmente piacevole se tenuto lontano da porci e cani.

10:04 AM  
Anonymous Anonymous said...

Hai una scrittura brillante! Ma sul vino mi deludi!

10:49 AM  
Blogger Nikita said...

magosilvan: ciao mago. Grazie per i complimenti. Sul vino? Che vuoi che ti dica? Io vado pazza per la birra.

3:54 PM  
Anonymous Anonymous said...

Prova con un Sauvignon Ronco delle Mele, di Venica; può darsi che lo trovi anche a New York. Poi magari ne riparliamo.

3:48 AM  
Blogger Nikita said...

magosilvan: lo provero'. Non sia mai che mi converto.

9:31 AM  

Post a Comment

<< Home