Monday, April 09, 2007

CRAZY AND THE CITY

La mia patologica propensione all’incontro depauperativo, mi riserva sempre delle grandi sorprese. Mi basta uscire di casa spensierata e diretta a farmi 360° gradi di affari miei, che si immettono sulla mia strada stravaganti individui sfuggiti al controllo degli antidepressivi ed evasi dalla stanzetta con le pareti imbottite.
E’ vero sabato me la sono quasi cercata, quando ingenuamente sono entrata all’emporio del trash dove gira della gente da mettere i brividi. Un posto dove si riuniscono cumuli di umanità appassita a spendere la pensione di invalidità. Il fatto e’ che cercavo l’ultima decorazione per la Pasqua, il ritocco finale per la tavola imbandita.
Mi ero appena avvicinata ad un coniglio di paglia e ramoscelli di tiglio intrecciati, quando noto due occhi tondi che mi scrutano.

“Scusa dobbiamo assolutamente discutere una questione importante, da amiche.”
Si ferma. Sistema un carrello che trabocca di ciarpame e un paio di sacchetti di plastica riciclata.
“Ecco vedi, non mi so decidere tra queste due tracolla.”
Estrae dal carrello due stracci muniti di manico, patinati dal tempo e usurati dal passaggio continuo di mani. Colore nero. Impatto visivo immondo. Se le infila entrambe e mi improvvisa un defilé, tipo animazione per casa di riposo.
“Opterei per quella a destra”, oso. Un borsone del genere sacchetto per la biancheria sporca, sul quale stralci del colore originale erano ancora presenti.
“Oddio, oddio e’ quella che piace più anche a me. Abbiamo gli stessi gusti. Certo che anche l’altra e’ graziosa, no?
“Non c’e’ dubbio” e intanto cerco un angolo per vomitare.
“Bene, ottima scelta. Arrivederci.” Me la lascio alle spalle con la speranza che si dissolva.
Ritorno sugli scaffali a cercare la mia mercanzia. Improvvisamente me la vedo sbucare da dietro un enorme maiale fatto di peli di noce di cocco.
Si butta una stola di poliestere che le elettrizza i capelli sulla spalla.
“Pazzesco, solo $3 dollari. La prendo?”
Faccio un cenno di assenso e mi dileguo dietro una parete attrezzata stipata di caricature di Bush per decorare il giardino.
Poi mi corre incontro con un chimono nero che le stava addosso come il mantello di Darth Vader ad un nano focomelico.
Mette su una faccia interrogativa mentre si liscia una manica.
“Beh, allora? Come mi sta? Non e’ assolutamente irresistibile?”
“Divino! Con le maniche legate dietro la schiena, poi, starebbe d’incanto”, penso.
“Oddio mi sento mancare. Dev’essere questo odore. E’ opprimente. Lo senti vero?”
“Scusa ma dovrei andare a lavarmi i capelli. Si sta facendo tardi.”
Mi affretto verso le casse con una ghirlanda di muschio e fieno pressato con trucioli di vite e mi metto in coda. La squilibrata si aggira tra gli gli scaffali. Ogni tanto compare, mi fa il musetto da mangusta e mi mostra qualcosa aspettando un cenno di riscontro. Sicuramente, oltre al cortocircuito celebrale, e’ dotata di un innato pessimo gusto e ciò che e’ peggio lo vorrebbe condividere. Finalmente arrivo davanti la cassiera, un tipo molto fine stile baldracca di Kampala, con l’alito che sapeva di Marlboro light. Un caschetto di capelli, a stiratura “Japanese style”, di un color marrone sottobosco dopo un incendio estivo, sul quale era adagiato, tipo buccia di banana, un altro caschetto più corto, bicolore nelle varianti rosso tramonto sul Bosforo dopo l’esplosione di una centrale atomica e giallo pantone #E6B40A che contornava un volto delicatissimo con gli stessi tratti eterei del facocero africano, incastrato su di una ciambella di cellule adipose che lo teneva legato al resto del corpo. L’espressione esprimeva tutta la sua intelligenza di ameba lobotomizzata. Pago. Non vedo l’ora di uscire. Per un momento mi e’ sembrato di avere psycho in gonnella che mi seguiva da vicino ma era solo la mia ombra.

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10 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ah povera Nikita..per me faresti bene a cambiare le serrature e magari mettere una bella barriera di ferro battuto fuori dalle finestre. Se non l'hai già.

5:07 PM  
Blogger Spoon of life said...

Hehehe ma tutte a te?!
M.

5:24 PM  
Anonymous Anonymous said...

Ah, ah, ah....come ti capisco, anche alle donne della mia famiglia (sarà colpa di un gene particolare e ancora sconosciuto?!?!), me compresa, capita di incontrare ogni sorta di psicolabile che ci si attacca a mo' di ventosa!!!!! l'importante è non invitarli a pranzo (come fa mia madre!!!!)......buona giornata, nico.

4:23 AM  
Blogger GlitterVictim said...

Certo che di gente strana è pieno il mondo. Probabilmente io avrei avuto più paura della cassiera coi capelli color marrone sottobosco dopo un incendio estivo...

6:17 AM  
Anonymous Anonymous said...

Ecco, hai riempito di link il tuo racconto, ma mi lasci un dubbio atroce: come diavolo sarà fatta una "baldracca di Kampala"?

No, così, per curiosità...potrei perdere il sonno e la fantasia a cercar invano su gooooooogle....

8:33 AM  
Blogger Nikita said...

oby: pensavo ad un rottweiler.
maria&stefano: ma a te non e' mai successo di incontrare sti tipi un po' "bizzarri"?
nicoletta: a pranzo? No, il pranzo e' un momento sacro.
glittervictim: ...un altro personaggio del Big Apple Circus!
masso: purtroppo non ho trovato una foto adatta. Se la trovo te la faccio pervenire subito. Nel frattempo puoi usare la valeriana per dormire.

9:39 PM  
Blogger Spoon of life said...

Ah bhe' quello di sicuro...dovremmo scambiarci qualche storia hehehe;)

M.

11:33 AM  
Blogger GlitterVictim said...

Maria, chissà quali personaggi incontrerai tu ai casting... ah ah ah... ne avrai poi di stranezze da raccontare.

8:49 AM  
Blogger Nikita said...

maria&stefano: che ne dici se ce le scambiamo lunedi' pomeriggio davanti ad un caffe' in zona Union sq.?

9:57 AM  
Blogger Spoon of life said...

Mi piacerebbe da morire ti ho mandato una mail...

12:09 PM  

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