Saturday, August 05, 2006

ANCORA MARE


Ciao a tutti oggi pubblico una breve storiella che un amico, anche lui italiano in trasferta, mi ha inviato con annessa foto. Un altro spaccato della societa' americana al mare.

Sono sopravvissuto all'ondata di calore bestiale che ha investito Nuova Yorke e dintorni, (l'afa torrida s'è attenuata il giorno stesso in cui ho preso a prestito un condizionatore).

La moglie è in vacanza nell'Arcipelago Toscano, i figli sono in un resort ai Caraibi, io invece di ferie quast'anno nisba, neache pensarci (altrimenti l'economia chi la sostiene?). Però mi son detto: sabato andiamo almeno a cercare un po' di refrigerio al mare, se non le ferie almeno “♪♫ ... una giornata al mare, are, are, voglia di remare, are, are ... ♫♪”. Avrei finalmente nuotato nell'Atlantico Occidentale, un'esperienza che ancora mi mancava.

Googleando in Internet ho identificato la Playland di Rye, NY, come uno dei pochi siti (se non l'unico) con spiaggia e piscina nella circostante contea di Westchester, il cui accesso non sia riservato solo a chi è contemporaneamente (i) residente nel locale villaggio e (ii) socio pagante di qualche esclusivo country club con iperbolica quota d'iscrizione annuale. Trattasi di sfigata spiaggetta semiartificiale estendetesi per svariate decine di metri (il resto è off-limits), annessa a un mega-parco divertimenti con montagne russe e tutto quanto.

“Leisurely stroll on the Boardwalk and enjoy the magnificent view of the Long Island Sound, take a dip in the pool or cool off at the Beach ...”: nella pubblicità non li batte nessuno, 'sti Americani!

Giungendo di buon'ora, con ombrellone e sdraio presi a nolo, mi sono subito avventurato verso i flutti; cioè verso il rettangolo di circa 200 metri quadrati che l'unico posto in cui sia consentito entrare in acqua.

Qui la prima sorpresa: la superfice dell'acqua è ornata da un velo iridescente! Ho formulato tre ipotesi circa l'origine di tale irdescenza:

(i) Idrocarburi dai risciacqui delle cisterne delle superpetroliere che transitano poco distante verso i depositi del New Jersey.

(ii) Essudazioni sebacee dalla moltitudine di grassoni di ogni età, sesso, e colore, che affolla metà dei suddetti 200 metri quadri (l'altra metà, quella verso l'oceano aperto cioè dove non si tocca, è deserta).

(iii) Lozioni solari rilasciate dai corpi dei grassoni di cui sopra e dissolte nell'acqua.

Mi sono ottimisticamente persuaso che doveva essere il caso (iii), il che si sarebbe tradotto perfino in un beneficio per me; eh si, perchè lozioni solari io non ne avevo sottomano, quelle di famiglia essendo state tutte dirottate verso il Tirreno o i Caraibi.

La seconda sorpresa è che l'acqua, benchè alquanto torbida, ha la stessa temperatura di quella che sgorga cristallina da una sorgente alpina. Dev'essere ancora sfuggito agli oceanografi che (certo a causa del riscaldamento globale e delle altre catastrofi ambientali che ci stiamo tirando addosso), in controtendenza alla Corrente del Golfo, un rivoletto di corrente oceanica di profondità ha preso a scorrere giù dall'Ultima Thule nel Profondo Nord dell'Artico Groenlandese, ed emerge e va a morire proprio nella baietta della spiaggia di Playland a Rye.

Tra le innumerevoli restrizioni e limiti che ogni genere di auto-proclamata autorità, locale e non, ci infigge con regolamenti, ordinanze, decreti, e firmani in questa sedicente Culla della Libertà, ne ho vista oggi una che sulle prime m'ha colto di sorpresa: vietato usare fischietti in spiaggia. Poi ho capito: il monopolio dell'uso dei fischietti è riservato ai bagnini di salvamento che, appollaiati in cima ai loro trespoli, usano ininterrottamente il loro privilegio, per richiamare all'ordine i criminali che tentano di entrare in acqua al di fuori della striscetta prescritta; i quali trasgressori sembra che in genere se ne freghino altamente, a giudicare dal continuo allegrio trillio.

Bisogna però accedere alla retrostante piscina per rendersi davvero conto (e toccare con mano, oserei dire) che New York è una metropoli di quindici milioni d'abitanti. Infatti sembra che siano quasi tutti li, nella vasca natatoria. Oddio, chiamarla “natatoria” è improprio: nuotarvi è impossibile, giacchè a ogni bracciata si cozzerebbe contro la circostante muraglia umana. A parte questo, e a parte il leggero inesplicabile odore di orina che aleggia sulla banchina (nell'acqua è probabilmente soffocato da quello del cloro), questa piscina non sarebbe malaccio.

Comunque, qualche cosa ho rimediato da questa giornata al mare: una bella scottatura solare, così lunedì in ufficio potrò dire “c'ero anch'io (al mare)”. E questo dimostra che l'iridescenza non era causata da lozioni solari disciolte.

Dall'inviato speciale a Playland di Rye: Roberto

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Un pò come andare a Fregene la domenica...senza piscina però! :-)

9:20 AM  
Blogger Nikita said...

valentina: tutto il mondo e' paese...

10:30 PM  

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