Friday, September 08, 2006

RITORNO A PLAYLAND RYE


Ancora una volta lascio parlare ROBERTO, inviato specialissimo e autore di un altro strabiliante reportage sulla fetida spiaggia di Playland RYE.



(dal vostro inviato speciale nella suburbia)

Si dice che “errare humanum est sed perseverare diabolicum”, ma siccome è vero pure che “ripetitia juvant”, sono ritornato alla Playland di Rye, benche' ancora porti sul corpo i segni dell’eritema solare (o forse psoriasi, o scabbia) susseguito alle abluzioni senza lozione nelle acque oleose della sua famigerata spiaggetta atlantica.
Essendo verso il tramonto, la marea era bassa, e ho cosí potuto capire il motivo delle restrizioni d’accesso e del cartello “NO ONE BEYOND THIS POINT”. È chiaro che, appena oltre la riva sabbiosa, il fondo melmoso è in realtà costituito da sabbie mobili, come si può arguire dalla foto.

Il grande complesso di baracconi per il tiro a segno, merry-go-round, calc’-in-culo, bancarelle per lo zucchero filato e quelle per i tatuaggi provvisori, et similia, che costituisce la Playland di Rye, può essere aggirato con una passeggiata a filo spiaggia. Testimonio che da li' la vista del Long Island Sound è davvero allietata dalla presenza di numerosi uccelli acquatici, cormorani che fanno i galletti sugli scogli e aironi bianchi che pescano infilzando le prede col lungo becco.
All’estremità opposta della playland si stende un lago d’acqua dolce, dov’è possibile noleggiare pedalò, pattini, mosconi, e sandolini (Vedi nota *). Sulla riva del lago, un ponte marca il punto in cui un breve corso d’acqua si stacca per riversarsi in mare poco oltre. Il passaggio sotto il ponte è certo chiuso da una grata, per evitare che gli affittuari dei suddetti pedalò, pattini, mosconi, e sandolini fuggano in mare aperto senza pagare il nolo e sottraendo il natante. Ed è presso questo ponte che ho visto e ritratto in foto uno spettacolo struggente: quella massa bianca dev’essere la “spuma del mare”, donde (secondo Esiodo) “vergine naque Venere, e fea quell’isole feconde col suo primo sorriso” (U. Foscolo “A Zacinto”). Almeno, suppongo si tratti di ciò, e non di qualche emulsione di origine chimica; perchè se fosse il secondo caso, le prede dei cormorani e degli aironi (pescetti, gamberi, rane) sarebbero state spazzate via tutte dalla morte chimica.
A meno che ciò che gli aironi stavano fiocinando coi loro lunghi becchi fossero patatine fritte scaricate dalle vicine friggitorie.

Roberto

Nota: ma che belino sono sti sandolini? Me lo son chiesto dai tempi di quando studiavo per la patente nautica, e la legge italiana classificava i sandolini tra i natanti la cui conduzione non richiede patente nautica.

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